Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 13 settembre 2003

I tesori da trarre dal nostro cuore.

La nostra vita è paragonata ad una casa da costruire sapientemente. Deve poggiare sulla roccia ed avere solide fondamenta, rischierebbe diversamente di essere travolta dalla furia delle intemperie, dalle prove e dalle tentazioni che ci assalgono. La vera sapienza e la solidità dell'esistenza il Signore li fa consistere innanzi tutto nell'ascolto della sua parola e nella sua pratica attuazione con le buone opere. Non basta dire Signore, Signore, per entrare nel Regno di Dio. Anche le nostre preghiere possono diventare flato di voce se il cuore è lontano, distratto dai pensieri umani e non confermata con l'esempio. Occorre perciò che diventiamo come dei saggi accumulatori di energie e di grazie, occorre che l'amore divino sia riversato abbondantemente e continuamente nei nostri cuori. Così il nostro animo diventa un sacrario che custodisce ed espande i tesori di bontà e produce frutti per la vita presente e quella eterna. Ai nostri giorni, anche a causa della rapidissima diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, rischiamo di diventare parolai di Dio, dimenticando l'apporto decisivo della testimonianza. Qualcuno ci accusa che siamo in tanti a parlare del Signore, ma troppo pochi coloro che lo annunciano con la vita. Per nostra fortuna non mancano i santi anche se non possiamo comunque mai esimerci dal nostro impegno personale. Forse ci frena anche il rispetto umano che ci rinchiude nel nostro piccolo mondo facendoci dimenticare il sacrosanto dovere di trasmettere in tutti i modi le verità di Dio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Amare è far esistere l'altro, forse è ascoltarlo invece di parlare, ricevere da lui invece di voler dare. Forse egli aspetta che io abbia bisogno di lui».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI

Ai Vespri si cantino ogni giorno quattro salmi, a partire dal 109 fino al 147, eccettuati quelli che si devono utilizzare per altre Ore, cioè dal salmo 117 al 127 e inoltre il 113 e il 142; tutti gli altri si dicano ai Vespri. E poiché verrebbero a mancare tre salmi, si devono dividere della serie suddetta i più lunghi, cioè il 138, il 143 e il 144; invece il salmo 116, dato che è molto breve, si unisca al 115. Stabilito così per i Vespri l'ordine dei salmi, tutto ciò che rimane, cioè la lettura, il responsorio, l'inno, il versetto e il cantico si compia come abbiamo indicato sopra.


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