preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù, nel capitolo quarto del vangelo di San Luca, inizia la sua missione pubblica; dopo il battesimo abbiamo l'opportunità di meditare sul suo Mistero proprio con il brano evangelico odierno. Leggiamo che Gesù è l'unto del Signore; il consacrato per una missione specifica: predicare un anno di grazia. Non è un determinazione cronologica ma indica l'anno del Signore e la compiutezza dei tempi che annuncia la redenzione per tutti in Cristo. E' la realizzazione delle promesse antiche, annunciate già da secoli e che trovano proprio in Cristo Gesù il salvatore. Nell'oggi annunciato, da Cristo tutto si realizza e la speranza dei cristiani diventa realtà. Gesù opera questo annuncio in un contesto ben preciso: durante una celebrazione liturgica ebraica: Egli intende non solo dimostrare un doveroso rispetto per l'antica legge mosaica ma vuole rafforzare e dare maggiore autorità al suo messaggio. Egli camminerà poi, sulle strade della Palestina; porterà il suo annuncio di casa in casa, ma parte dalla sinagoga di Nazareth, la città dove ha trascorso la sua infanzia ed adolescenza per terminare a Gerusalemme. E' Gesù stesso che vuole rivelarsi; Egli è l'Esegeta della Scritture antiche, ci rivela il Padre ed il suo Amore infinito Padre che si compie perfettamente il Lui. Nel suo annuncio abbiamo la manifestazione completa del Dio Trinitario nelle tre persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; il Dio che trascende i piani degli uomini è il Dio totalmente diverso dagli uomini che si rivela ma che pure si rende presente e visibile tra gli esseri umani nell'incarnazione della Seconda Persona della Trinità. Cristo è il Figlio, rivelatore del Padre è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza tramite la presenza dello Spirito; nel suo Volto contempliamo il Mistero d'Amore del Padre.
«Abba Giovanni ha detto: "Se Mosè non fosse entrato nelle tenebre, non avrebbe visto il Signore. Intendiamo con le tenebre la cella del monaco. Se tu resterai nella tua cella, tu vedrai tutte le meraviglie del Signore"».
COME CELEBRARE LE VIGILIE NOTTURNE NELLE DOMENICHE Dopo il quarto responsorio l'abate intoni l'inno Te Deum laudamus; terminato il quale l'abate faccia la lettura del vangelo, mentre tutti stanno in piedi con onore e riverenza. Al termine tutti rispondano Amen e l'abate aggiunga subito l'inno Te decet laus e, data la benedizione, comincino le Lodi mattutine. Questo schema delle Vigilie domenicali lo si mantenga invariato in tutte le stagioni, sia d'estate che d'inverno; eccetto il caso - non sia mai! - che si alzino in ritardo e allora bisognerà abbreviare qualcosa delle letture e dei responsori. Ma si abbia la massima cura che ciò non accada; se però dovesse succedere, il responsabile di tale negligenza ne faccia adeguata penitenza davanti a Dio nell'oratorio.
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