preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nereo e Achilleo, secondo la tradizione, erano due militari conquistati alla fede dall'esempio di fortezza dei cristiani torturati e condotti al martirio. Decapitati sulla via Ardeatina, vennero sepolti nel cimitero di Domitilla. Del loro martirio, avvenuto probabilmente durante la prima persecuzione di Diocleziano (303/305), scrive papa Damaso nell'epigrafe da lui posta sulla loro tomba. I due martiri, il cui culto è attestato fin dal secolo VI, sono ricordati il 12 maggio nel Martirologio geronimiano (sec. V-VI).
Santi Néreo e Achílleo, martiri, che, come riferisce il papa san Damaso, si erano arruolati come soldati e, spinti da timore, erano pronti ad obbedire agli empi comandi del magistrato, ma, convertitisi al vero Dio, gettati via scudi, armature e lance, lasciarono l'accampamento e, confessando la fede in Cristo, godettero del suo trionfo. In questo giorno a Roma i loro corpi furono deposti nel cimitero di Domitilla sulla via Ardeatina.
Pancrazio (sec. III o IV), martire romano, fu sepolto nel cimitero di Ottavilla, sulla via Aurelia, come attestato dalla tradizione di culto, confermata da papa Simmaco (498-514) con l'erezione in quel luogo di una basilica in suo onore. Il più antico racconto del martirio descrive Pancrazio come giovanissimo, appena quattordicenne. È ricordato il 12 maggio nel Martirologio geronimiano (sec. V-VI).
San Pancrazio, martire, che, si dice sia morto ancora adolescente per la fede in Cristo a Roma al secondo miglio della via Aurelia; presso il suo sepolcro il papa san Simmaco innalzò una celebre basilica e il papa Gregorio Magno vi convocò frequentemente il popolo, perché da quel luogo ricevesse testimonianza del vero amore cristiano. In questo giorno si celebra la sua deposizione.
A Roma, comemmorazione di santa Domitilla, martire, che, nipote del console Flavio Clemente, accusata durante la persecuzione di Domiziano di aver rinnegato gli dèi pagani, per la sua testimonianza di fede in Cristo fu deportata insieme ad alcuni altri nell'isola di Ponza, dove consumò un lungo martirio.
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