preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Giovanni (Condé-sur-Vire, Francia, 15 marzo 1594 - Midland, Canada, 16 marzo 1649), missionario gesuita tra gli Uroni, nell'attuale Canada, fu ucciso in un assalto alla missione da parte di altre tribù nemiche. Pochi mesi più tardi lo seguì nel martirio il suo compagno nella missione Isacco Jogues (Orléans, Francia, 10 gennaio 1607 - Auriesville, USA, 18 ottobre 1649); con loro si ricordano altri sei martiri gesuiti. Condivisero con mitezza evangelica la vita di quelle popolazioni, fino al dono totale di sé.
Memoria dei santi martiri canadesi Giovanni de Brébeuf, Isacco Jogues, presbiteri, e compagni, della Società di Gesù, nello stesso giorno nel quale San Giovanni de la Lande, religioso, venne assassinato dai pagani nel luogo chiamato Ossernenon, allora in territorio canadese, laddove in verità, pochi anni prima, anche San Renato Goupil aveva conseguito la palma del martirio. In questo giorno si venera anche la memoria dei loro confratelli santi Gabriele Lalemant, Antonio Daniel, Carlo Garnier e Natale Chabanel, che nella diocesi del Canada, in giorni diversi, dopo aver speso molta fatica nella missione evangelizzatrice presso gli Uroni, morirono martiri per annunciare Cristo al popolo di quelle terre.
Nacque ad Ovada (Alessandria) nel 1694; da giovane aiutò il padre nel suo commercio. Aspirando alla vita di perfezione, abbandonò ogni cosa e cominciò a servire i poveri e i malati e a radunare attorno a sè dei compagni. Ordinato sacerdote, si adoperò sempre di più per la salvezza delle anime esercitando intensa attività apostolica e macerandosi con rigide penitenze. Fondò la Congregazione dei Chierici scalzi della Santissima Croce e Passione di Nostro Signore Gesù Cristo (Passionisti). Morì a Roma il 18 ottobre del 1775.
San Paolo della Croce, sacerdote, che fin dalla giovinezza rifulse per spirito di penitenza e zelo e, mosso da singolare carità verso Cristo crocifisso contemplato nel volto dei poveri e dei malati, istituì la Congregazione dei Chierici regolari della Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Il suo anniversario di morte, avvenuta a Roma, ricorre il giorno precedente a questo.
Dalle «Lettere» di san Paolo della Croce, sacerdote
Predichiamo Cristo crocifisso
E' cosa nobile e santa meditare sulla passione di Cristo; questo é il modo di arrivare alla santa unione con Dio. In questa santissima scuola s'impara la vera sapienza: qui l'hanno imparata i santi. Quando poi la croce del nostro dolce Gesù avrà poste più profonde radici nel vostro cuore, canterete: Soffrire, non morire; oppure: Soffrire o morire; oppure ancora meglio: Non soffrire e non morire, ma solamente trasformarsi totalmente secondo la volontà divina. L'amre é virtù unitiva e fa proprie le pene dell'amato Bene. Un tal fuoco, che penetra fin nelle midolla delle ossa, trasforma l'amante nell'amato e unsce in modo così sublime l'amore col dolore, il dolore coll'amore, da formare un insieme di amore e di dolore tanto unito che non si distingue né l'amore dal dolore, né il dolore dall'amore. L'anima amante gioisce nel suo dolore e fa festa nel suo doloroso amore.
Siate dunque fedeli nell'esercizio delle virtù e massime nell'imitare il dolce Gesù paziente, perché questo é il gran culmine del puro amore. Fate che non solamente nell'interno, ma anche nell'esterno si veda da tutti che portate l'immagine di Gesù Crocifisso, tutto dolce, mansueto, paziente. Chi infatti si mantiene interiormente unito con il Figliuolo del Dio vivo, ne porta l'immagine anche al di fuori, con un continuo esercizio d'eroica virtù e massime d'un patire virtuoso, che non si lamenta né di dentro né di fuori. Statevene così tutti nascosti in Gesù Crocifisso, senza desiderare altro che d'essere tutti trasformati per amore in ciò che egli vuole in tutto, in tutto.
Così, divenuti veri innamorati del Crocifisso, celebrerete ogni momento la festa della croce nel tempio interiore, in un silenzioso penare senza appoggio a creatura alcuna. E poiché le feste si celebrano con allegrezza, così la festa della croce dei devoti del Crocifisso si fa penando e tacendo con volto ilare e sereno, perché tal festa sia più segreta alle creature e scoperta solamente al sommo Bene. In questa festa si fa sempre solenne banchetto, perché ci si nutre della divina volontà, ad esempio del nostro Amore Crocifisso.
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