Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Martedì 07 dicembre 2004

Sant'Ambrogio

Vescovo e Dottore della Chiesa (Memoria obbligatoria)

BIOGRAFIA

Nacque a Treveri nel 340. La sua famiglia è nobile e potente, il padre è prefetto o meglio governatore delle Gallie. Nobiltà ed intelligenza gli aprono le porte verso una carriera rapida e sicura. A trent'anni è già prefetto di Milano. Cristianamente sembra proceda con più lentezza, resta a lungo catecumeno e non brilla di fervore, ma la sua opera suscita ammirazione per l'integrità del suo animo. Alla morte del Vescovo di Milano Aussenzio nascono gravi disordini nella comunità dei fedeli riunita per eleggere il successore; Ambrogio deve intervenire con autorità, ma dalla massa inquieta della gente si leva la voce di un bimbo innocente che grida: "Ambrogio vescovo!" Battezzato e ordinato, nel nuovo ruolo, orienta i suoi studi verso la teologia, s'immerge nella lettura dei Padri della Chiesa senza dimenticare la formazione umanistica e giuridica precedentemente acquisita. Diventa un grande vescovo, pieno di amore per i suoi fedeli, pieno di amore particolarmente per i poveri; soleva ripetere: "Doni al povero? Non fai che restituirgli i suoi beni". Si trova suo malgrado a dover combattere contro le ingerenze dell'imperatore e dopo il massacro di settemila persone a Tessalonica, senza indugio, lo scomunica. Ci ha lasciato scritti preziosi per la ricchezza dottrinale che contengono, per cui la chiesa giustamente l'annovera tra i grandi dottori. Muore il Sabato santo del 397.

MARTIROLOGIO

Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo e istruì nella devozione il popolo con commentatari e inni per il canto.

DAGLI SCRITTI...

Dalle "Lettere" di sant'Ambrogio, vescovo
Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché "E' lui che l'ha fondata sui mari, e sui fiumi l'ha stabilita "(Sal.23,2). Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l'infuriare del mare in tempesta. E' battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato. Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: I fiumi hanno innalzato la loro voce (cfr. Sal 92, 3). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce. Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l'evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire. Raccogli l'acqua di Cristo, quell'acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l'acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11, 3). I tuoi sermoni siano fluenti, puri, cristallini, si che il tuo insegnamento morale suoni dolce alle orecchie della gente e la grazia delle tue parole conquisti gli ascoltatori perché ti seguano docilmente dove tu li conduci. Il tuo dire sia pieno di sapienza. Anche Salomone afferma: Le labbra del sapiente sono le armi della Sapienza, e altrove: Le tue labbra siano ben aderenti all'idea: vale a dire, l'esposizione dei tuoi discorsi sia lucida, splenda chiaro il senso senza bisogno di spiegazioni aggiunte; il tuo discorso si sappia sostenere e difendere da se stesso e non esca da te parola vana o priva di senso. (Lett. 2, 1-2. 4-5; PL 16, 847-881).



NOTA DAL MESSALE

Ambrogio (Treviri, Germania, 340 ca. - Milano, 4 aprile 397), governatore delle province romane di Emilia e Liguria, con sede a Milano, nel 374 fu acclamato dal popolo alla guida della Chiesa locale, lacerata a causa dell’eresia ariana. Battezzato e ordinato vescovo (30 novembre e 7 dicembre 374), attese allo studio assiduo della Scrittura e dei Padri, per poi trasfonderne il frutto nella predicazione e nei numerosi scritti di contenuto esegetico, dottrinale, liturgico. Promovendo la verginità consacrata e onorando il martirio suggerì un alto ideale di vita cristiana. Esercitò con saggezza il governo pastorale nella Chiesa di Milano, favorendo altresì la fondazione di varie sedi episcopali nel Nord Italia. Fu tra i protagonisti del definitivo prevalere dell’ortodossia nicena sull’eresia ariana. Il suo influsso è stato così profondo che la Chiesa di Milano, con la sua liturgia, è denominata «ambrosiana».

 

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