preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Percepiamo spesso quel particolare tipo di smarrimento che deriva proprio dal primo peccato e da quelli attuali che ci affliggono. L'esperienza del peccato è la forma peggiore di angoscioso disorientamento che possiamo sperimentare: lontani da Dio, nudi e spauriti, perdiamo la percezione della nostra vera identità e della nostra dignità, perdiamo il rapporto di comunione con Dio, con i nostri fratelli e perfino con noi stessi. È consolante sapere da tutta la storia, che lo stesso Signore si è posto fin dal principio alla nostra ricerca e ha intessuto un piano di salvezza e di recupero dell'umanità, che ha avuto il suo culmine con la morte del pastore buono che s'immola sulla croce per le sue pecorelle. Cristo anche per una sola delle sue pecore avrebbe dato la vita pur di riaverla sana e salva nell'ovile. Lo afferma esplicitamente lo stesso Signore:" il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli". La volontà di Dio è chiara: egli vuole che tutti siano salvi e i dispersi siano cercati e ritrovati, anche a costo della vita del Figlio suo. Ciò perché non manchi mai il motivo della gioia e della festa. "Se gli riesce di trovarla, - dice ancora Gesù - in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite". È la gioia umana e divina, è il noto banchetto organizzato per il figlio che ritorna dopo l'abbraccio e il perdono paterno; è un anticipo e un "segno" della festa pasquale, della risurrezione finale, a cui tutti tendiamo. È anche la misura vera del nostro valore agli occhi di Dio! La stima e l'amore che egli nutre per ciascuno di noi!
Il padre di Zenone disse: "chi desidera che Dio esaudisca presto la sua preghiera, quando si alza e tende le mani al Signore, prima di pregare per ogni altra cosa e per la sua stessa anima, deve pregare nel cuore per i suoi nemici. È per questa azione buona che Dio lo ascolterà, qualsiasi cosa poi gli chieda".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Dunque i fratelli, secondo i posti stabiliti dall'abate o secondo l'ordine di anzianità monastica, accedano al bacio di pace, alla Comunione, al canto dei salmi, al posto in coro; e in tutti i luoghi l'età non dovrà essere affatto criterio di distinzione o di preferenza, perché Samuele (cf. 1 Sam 3) e Daniele (cf. Dn 13) da giovani furono giudici degli anziani. Perciò, eccetto quelli che l'abate per ragioni superiori o per giusti motivi come abbiamo detto, avrà promossi o degradati, tutti gli altri abbiano il loro posto secondo l'ingresso in monastero; così, ad esempio, chi è entrato alla seconda ora del giorno sappia di essere più giovane di chi è entrato alla prima ora del giorno, qualunque sia la sua età o la sua condizione sociale; tuttavia i fanciulli siano sotto la disciplina di tutti in ogni caso.
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