Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 10 ottobre 2024

Chiedete e vi sarà dato...

Dalla preghiera di ieri sul “Padre nostro”, l'accento del brano evangelico odierno è posto sull'efficacia della preghiera, fatta naturalmente con una costante insistenza. Il testo lo esplicita attraverso due semplici parabole. La prima è di colui che si reca da un amico a mezzanotte per chiedergli del pane. E' l'ora del bisogno più acuto e della somma improbabilità di essere ascoltato. Ma sa di ottenerlo, nonostante le difficoltà, perché è suo amico. Il pane della vita è Gesù, ed è sempre nostro amico, ci possiamo contare. La seconda parabola approfondisce la categoria dell'essere padre. “Quale padre tra voi, dice Gesù, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?” Questo è inconcepibile! Ebbene, quanto più il vostro Padre del cielo è disposto ad ascoltare e ad accogliere la supplica di chi lo invoca con insistenza. Gesù, nel Vangelo di Luca, ci propone ancora un'ardita richiesta. Occorre chiedere a Dio, proprio perché ci è Padre, in primo luogo, il grande bene ch'egli vuole darci, cioè il suo stesso Spirito. Noi che siamo suoi figli, compartecipiamo per grazia alla vita divina in Gesù. Chiedere lo Spirito Santo significa chiedere santità e sapienza, i doni più preziosi che Dio ci riserva proprio per renderci la vita più giusta e più in pace, anche in questo mondo. La confidenza quindi in Dio, che sappiamo Padre buono, informato di ogni nostra necessità, prima ancora che gliela chiediamo, ci garantisce un esito buono alle nostre richieste. “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.” Il Signore ci fa passare dai bisogni che abbiamo al bisogno che siamo. Se abbiamo bisogno dei suoi doni, siamo soprattutto bisognosi di lui.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Pazienza

L'abba Pastor diceva: «Quali che siano le tue pene, la vittoria su di esse sta nel silenzio».

Un giorno che i fratelli si erano riuniti a Scete, alcuni anziani vollero mettere alla prova l'abba Mosè: si fecero sprezzanti e gli dissero: «Perché questa specie di etiope viene tra noi?». L'abate tacque udendo queste parole. Di ritorno dall'assemblea, quelli che lo avevano ingiuriosamente trattato gli dissero: «Non sei turbato?». Egli rispose: «Sono turbato, ma non dico niente».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I VECCHI E I FANCIULLI

Sebbene la natura umana sia per se stessa portata a compassione verso queste due età, cioè dei vecchi e dei fanciulli, tuttavia è bene che intervenga in loro favore anche l'autorità della Regola. Si tenga sempre conto della loro debolezza e non si applichi affatto ad essi il rigore della Regola riguardo al vitto; si abbia piuttosto verso di loro un'amorevole condiscendenza e anticipino pure le ore regolari dei pasti.


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