Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 11 aprile 2023

«Donna perché piangi».

È ancora una donna la protagonista dell'episodio narrato dall'evangelista Giovanni. Maria di Màgdala, si reca al sepolcro, mossa da immensa gratitudine e amore per il suo maestro e salvatore, per cercare di recuperare il suo corpo senza vita. È immersa in lacrime di dolore. Il suo è il pianto amaro di chi sa cosa significhi perdere l'amore che salva, è il pianto dell'umanità che ha rinchiuso in un sepolcro il suo Dio, è la tristezza profonda per un crimine assurdo, è ancora l'incapacità di comprendere come possa accadere che il Figlio di Dio rimanga chiuso definitivamente in un sepolcro. Il pianto di Maria e le sue lacrime sono lacrime e pianto di tanti e tanti convertiti, che dopo aver vagabondato nei sentieri della morte, hanno ritrovato la vita in Cristo. La sua accorata esclamazione: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto», fa eco a tante altre, simili alla sua, con cui i pentiti, hanno finalmente preso coscienza della perdita più rovinosa che possa accadere ad un essere umano. In quelle stesse parole c'è la denuncia contro coloro che sono ladri della grazia divina e nemici della fede, che portano via e nascondono il Signore per celarlo alla vista di coloro che vogliono amarlo e seguirlo. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Gesù interviene di persona e la chiama «donna» perché la fede nel risorto non è ancora maturata in lei: sta lì a rappresentare un umanità ignara del grande evento, è la donna ancora in pianto perché domina in lei il pensiero che la morte sia la vincitrice nei confronti del suo amato Signore. Lei però lo sta cercando appassionatamente e Gesù le si rivela, rivestendola, di nuova soprannaturale dignità: la chiama per nome «Maria!». Ora si aprono gli occhi della sua fede e riconosce il suo amato Maestro: quell'intimità che sembrava la morte avesse infranto per sempre, ora si rinsalda in pienezza. «Ho visto il Signore» è la splendida conclusione della sua inattesa esperienza e allora non può più tacere, anche lei deve andare ad annunciare che Gesù è risorto. È vero che, da quel mattino, sono spesso di preferenza i convertiti i primi a vedere il Signore e poi i più appassionati annunciatori delle meraviglie di grazia di cui hanno goduto.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Alcuni fratelli vollero vedere l'abba Antonio. Salirono su una barca, e li trovarono un anziano che anche lui voleva andare da Antonio, ma i fratelli non ne sapevano niente. Seduti sulla barca conversavano sui detti dei padri, sulle Scritture e sui loro lavori manuali. L'anziano invece stava in silenzio. Giunti al porto, si accorsero che anche l'anziano andava dall'abate. Arrivati da Antonio, questi disse: «Avete trovato un buon compagno di strada in questo anziano!». E al vecchio: «E tu ti sei trovato con dei buoni fratelli, Padre!». L'anziano rispose: d'accordo, ma la loro casa non ha porte: entra chi vuole nella stalla e slega l'asino!». Parlava così perché i fratelli dicevano tutto quello che passava loro per la testa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LETTORE DI SETTIMANA

Alla mensa dei fratelli mentre mangiano non deve mai mancare la lettura; ma non sia uno a caso che prenda un libro e si metta a leggere, bensì vi sia un lettore stabilito per tutta la settimana, che entra in servizio la domenica. Egli, iniziando il turno di lettura, dopo la Messa e la comunione, si raccomandi alla preghiera di tutti, perché Dio tenga lontano da lui lo spirito di superbia. Il lettore intoni nell'oratorio questo versetto, che venga poi ripetuto da tutti per tre volte: «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode» (Sal 50,17); e, ricevuta la benedizione, entri nell'ufficio di lettore.


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