Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 10 aprile 2023

Testimoni illuminati dallo Spirito.

Gesù risorto appare ripetutamente a testimoni prescelti. La sua presenza, i segni che egli pone, il suo annuncio li conforta, li illumina, li convince definitivamente a credere per farli diventare poi sicuri e invincibili annunciatori della sua risurrezione. L'Apostolo Pietro doverosamente è il primo che ascoltiamo oggi. Con intrepido coraggio, dopo le penose passate esperienze, così parla del Risorto agli uomini d'Israele "Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte". Ma ecco altre preziose testimoni: Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Alla loro presenza, "Vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve". "Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli". Comincia così l'ininterrotta catena di trasmissione del Kèrigma, la "corsa" per l'annuncio gridato al mondo del Cristo risorto, dell'adempimento del progetto divino di salvezza. Così la risurrezione entra nel vivo e nel cuore stesso della storia. Diventa la preziosissima eredità della Chiesa, che ha il compito di essere sale e lievito per l'intera umanità. Occorrono, ai nostri giorni, urgono, testimoni, coraggiosi, credibili e fedeli, che godendo di tutta la ricchezza meritata dal martire divino, sappiano con concretezza additare la via, far uscire i morti dai sepolcri, abbiano il coraggio di scendere anche negli abissi degli inferi per ricondurre a Dio i morti, i dispersi e gli sfiduciati. Così la gioia grande dei primi fortunati testimoni della risurrezione si diffonde ovunque e si pregusta e assapora già sulla terra, nella certezza che diventerà pienezza nel Regno di Dio. La speranza cristiana nasce a Pasqua: in Cristo risorto la promessa di Dio è diventata realtà. Questa è "la buona notizia della promessa fatta ai nostri padri e che Dio ha compiuto, risuscitando Gesù per noi". Nella Pasqua la certezza della nostra speranza trova il suo più sicuro ancoraggio e la sorgente della sua energia. Per questo, essa è rinuncia ad ogni sicurezza umana e completo abbandono al mistero dell'amore assoluto di Dio per noi. Cristo, nostra speranza, è risorto!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Pazienza

L'abba Pastor diceva: «Quali che siano le tue pene, la vittoria su di esse sta nel silenzio».

Un giorno che i fratelli si erano riuniti a Scete, alcuni anziani vollero mettere alla prova l'abba Mosè: si fecero sprezzanti e gli dissero: «Perché questa specie di etiope viene tra noi?». L'abate tacque udendo queste parole. Di ritorno dall'assemblea, quelli che lo avevano ingiuriosamente trattato gli dissero: «Non sei turbato?». Egli rispose: «Sono turbato, ma non dico niente».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I VECCHI E I FANCIULLI

Sebbene la natura umana sia per se stessa portata a compassione verso queste due età, cioè dei vecchi e dei fanciulli, tuttavia è bene che intervenga in loro favore anche l'autorità della Regola. Si tenga sempre conto della loro debolezza e non si applichi affatto ad essi il rigore della Regola riguardo al vitto; si abbia piuttosto verso di loro un'amorevole condiscendenza e anticipino pure le ore regolari dei pasti.


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