Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 03 aprile 2023

I poveri ne avrete sempre...

Siamo arrivati finalmente alla settimana Santa, e l’Evangelista San Giovanni ci informa che “sei giorni prima della Pasqua Gesù andò a Betania dove si trovava Lazzaro, che Egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese 300 grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tuta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”. E qui, di fronte a questo brano del Vangelo assai prezioso, bisogna tacere, contemplare, gustarsi, questa meravigliosa scena d’amore, stando in silenzio, per non rovinarla, e non c’è bisogno di commenti: sarà lo Spirito Santo Amore a commentarla al posto mio dentro di voi, nel vostro cuore e nell’intimo della vostra coscienza. Ma uno però reagisce, e non riesce a stare zitto: è Giuda Iscariota! Egli, di fronte a questa scena d’amore puro, scoppia, e con la scusa dei poveri, rimprovera addirittura Gesù Cristo. “I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete Me!”. E’ la risposta saggia di Gesù, che vale anche ai nostri giorni. Al primo posto c’è Dio, e poi viene l’uomo! E chi vuol capovolgere tale Verità sacrosanta è un falso profeta, un giuda. E i capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro perché molti Giudei se ne andavano via dalla Sinagoga a causa di lui, e credevano in Gesù. E’ una storia che si ripete anche oggi purtroppo. Un compromesso facile è sempre più allettante di una verità, spesso scomoda.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba Antonio predisse all'abba Amun: «Tu farai molti progressi nel timore di Dio». Poi lo condusse fuori dalla cella e gli mostrò una pietra: «Mettiti a ingiuriare questa pietra», gli disse, «e colpiscila senza smettere». Quando Amun ebbe terminato, sant'Antonio domandò se la pietra gli avesse risposto qualcosa. «No», disse Amun. «Ebbene! anche tu», aggiunse l'anziano, «devi raggiungere questa perfezione».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE I MONACI POSSONO AVERE ALCUNCHÉ DI PROPRIO

Nel monastero bisogna estirpare fin dalle radici soprattutto questo vizio: che nessuno ardisca dare o ricevere qualcosa senza il permesso dell'abate; né avere alcunché di proprio, nulla nel modo più assoluto: né libro, né tavolette, né stilo, proprio niente insomma; dal momento che ai monaci non è lecito disporre nemmeno del proprio corpo e della propria volontà. Tutto il necessario invece lo devono sperare dal padre del monastero; e non sia lecito avere alcuna cosa che l'abate non abbia data o permessa. Tutto sia comune a tutti - come sta scritto - e nessuno dica o ritenga qualcosa come sua proprietà (At 4,32). E se si scoprirà un fratello che asseconda questo pessimo vizio sia ripreso una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare.


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