preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Oggi noi monaci festeggiamo San Benedetto, ricordando il giorno della sua morte, del suo transito in cielo. Benedetto nacque a Norcia, tanto martoriata dai terremoti degli ultimi tempi, cosicché la basilica della piazza di Norcia è ancora tutta puntellata e in attesa di essere ricostruita. Egli è considerato il Patriarca del monachesimo occidentale perché ne fu il principale legislatore, riformatore e unificatore. Di famiglia nobile, fu mandato dai genitori a Roma, per studiare. Nelle scuole romane però trovò la corruzione e, per non mettersi in pericolo di pervertirsi anche lui, scappò in Sabina, ad Affile e poi si ritirò nel silenzio di una grotta, presso Subiaco per stare solo con Dio. E là venne da lui un monaco, Romano, che lo rivestì dell'abito religioso di penitenza e consacrazione. Ma la vita del giovane eremita non poteva rimanere nascosta per sempre dentro ad una grotta, perché la bellezza di un’autentica vita, davvero spirituale, attira, come una calamita, i cuori di buona volontà. E furono tanti i giovani che facevano ormai la fila davanti alla grotta del Santo di Dio per chiedere benedizioni, preghiere e consigli. Allora Benedetto, per ispirazione divina, si decise a costruire là, al ‘Sacro Speco’ di Subiaco, un monastero per le giovani vocazioni monastiche; e dato che erano in tanti ad attendere di entrare in monastero, egli ne costruì altri 11: erano piccoli e disadorni, ma profumavano di vita santa e pura. Egli, dopo molte soste, si fermo a Cassino dove esisteva un tempio agli dèi antichi: lo distrusse, lo esorcizzò, e gettò le fondamenta di un nuovo monastero, che diverrà il faro di tutti i monasteri benedettini, sparsi ormai in tutte le nazioni del mondo. Benedetto è il Patriarca del monachesimo occidentale. La sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale, adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea, dopo il declino di quella romana. In questa "scuola di servizio del Signore" hanno un ruolo determinante la lettura meditata della Parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro, in un clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità, per i poveri e per i pellegrini. Due secoli dopo la sua morte, saranno già più di mille i monasteri guidati dalla sua Regola. Il Santo Papa Paolo VI lo proclamò patrono d'Europa nel 1964 proprio lì a Montecassino per riaffidare a lui il continente, dopo i disastri della guerra. Ancora oggi ci affidiamo al Santo, noi monaci ma affidiamo a lui l'Europa intera, ancora oggi dissacrata e povera di spirito, martoriata dal laicismo e dilaniata dalle guerre. Possa ancora San Benedetto, con il suo "ora et labora" riavvicinarci come fratelli per lavorare per Dio. Santo Padre Benedetto, prega per noi!
Un anziano disse: «Lo sforzo e la sollecitudine di non peccare hanno un solo scopo: non scacciare dalla nostra anima Dio che vi abita».
LA SCOMUNICA PER LE COLPE Se un fratello si mostra ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore o contrario a qualche punto della santa Regola e alle disposizioni degli anziani, e per di più anche sprezzante, costui sia ammonito in segreto dai suoi superiori una prima e una seconda volta, secondo il comandamento di nostro Signore (cf. Mt 18,15-17). Se non si corregge, sia ripreso pubblicamente davanti a tutti. Se neppure così si sarà emendato, sia sottoposto alla pena della scomunica, se è capace di comprenderne la portata; se invece non è sensibile ad essa, sia punito con un castigo corporale.
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