preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gloria nei cieli e gioia sulla terra. La gioia nasce dal credere che la vittoria è già ottenuta da Dio. Ora tocca a noi fare la nostra parte. Nella prima letture di oggi San Giovanni apostolo ci dice che per l’uomo vivere è appartenere: o si è figli di Dio o si è figli del diavolo. Ma ci offre anche criteri chiari per discernere fra questi due tipi di appartenenza. Chi pratica la giustizia è giusto come Gesù è giusto. Invece chi commette il peccato viene dal diavolo. Nel brano del vangelo poi emerge ancora la figura di Giovanni Battista, stavolta, con due dei suoi discepoli guarda intensamente Gesù passare e ripete: “«Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. Quando facciamo la lectio Divina è molto importante soffermarci sui verbi. Per esempio: stare, fissare, parlare… sono i verbi che il Vangelo di oggi usa per raccontarci come avviene la vera evangelizzazione. Giovanni Battista non mantiene con sé i suoi discepoli, ma piuttosto li prepara all’incontro con Cristo, il sommo maestro. Difatti “annunciare il vangelo non è sedurre, cioè non è condurre a sé, ma è condurre a Cristo e necessariamente saper fare un passo indietro, lasciando che sia Cristo a prendere lo spazio più decisivo. Ma tutto questo sempre nella concretezza di una relazione. Ecco perché si annuncia il Vangelo “stando” con la gente, cioè costruendo delle relazioni stabili e affidabili, condividendo il tempo e le cose, e lasciando che la semplice “presenza” divenga essa stessa Vangelo. Si evangelizza con lo “sguardo”: gli altri si accorgono subito verso cosa o chi abbiamo orientato la nostra vita”. Le vie attraverso cui Dio si fa incontrare dall’uomo sono innumerevoli e varie. Il più delle volte però è importante la mediazione umana, come emerge chiaramente nel vangelo di oggi. Condurre a Cristo è la missione di ogni cristiano chiamato a lavorare al servizio del regno. Però senza dimenticarci che nessuno è in grado di farlo se prima non l’ha incontrato lui stesso, attraverso un’esperienza profonda e personale. Amen!
Semina la gioia nel giardino di tuo fratello e la vedrai fiorire nel tuo.
PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO E il Signore, cercando il suo operaio in mezzo alla folla del suo popolo cui rivolge questo grido, dice di nuovo: «C'è qualcuno che desidera la vita e vuole vedere giorni felici?» (Sal 33,13). Se tu, all'udirlo, rispondi: «Io», Dio prosegue: «Se vuoi possedere la vita vera ed eterna, preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde; sta lontano dal male e fa' il bene; cerca la pace e perseguila (Sal 33,14-15). E quando avrete fatto ciò, i miei occhi saranno su di voi e i miei orecchi attenti al vostro grido e, prima ancora che mi invochiate, io dirò: Eccomi! (Is 58,9)». C'è forse per noi qualcosa di più soave di questa voce del Signore che ci invita, fratelli carissimi? Ecco che nella sua bontà il Signore ci indica il sentiero della vita (Sal 15,11).
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