preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Quest’anno contempliamo la Sacra Famiglia oggi venerdì visto che domenica prossima sarà il primo dell’anno cioè la solennità della madre di Dio. Nel Vangelo che ci propone la liturgia odierna, l’angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli dice: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Questa è la seconda volta che l’angelo appare a Giuseppe, la prima volta come abbiamo sentito nel periodo dell’avvento, l’angelo era apparso nel sonno a Giuseppe quando stava per ripudiare sua fidanzata rimasta incinta in modo misterioso. Qui emerge che Erode vuole uccidere il bambino Gesù per la sua gelosia infondata, Gesù infatti non viene a regnare come fanno i figli di questo mondo. Ecco perché dinanzi a questo pericolo imminente Dio manda ancora l’angelo per avvisare Giuseppe nel sonno. Dice il testo: “Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”. Penso che nessuno avrebbe voluto essere al posto di Giuseppe però, come emerge ancora nella pericope di oggi, non è solo, è Dio stesso che lo guida nella sua responsabilità e si manifesta continuamente a lui. Infatti, “la disposizione a lasciar fare a Dio che a suo tempo compie ciò che vuole, chiede ad ogni uomo la capacità di accogliere la sua Parola, fare in modo che si depositi nel suo cuore, perché generi la capacità di agire”. Dice Papa Francesco: Il sogno è un posto privilegiato per cercare la verità, perché lì non ci difendiamo dalla verità. Giuseppe era l'uomo dei sogni, ma non era un sognatore, eh? Non era un fantasioso. Un sognatore è un'altra cosa: è quello che crede... va... sta sull'aria, e non ha i piedi per terra. Giuseppe aveva i piedi sulla terra. Ma era aperto. Non perdere la capacità di sognare il futuro: ognuno di noi. Ognuno di noi: sognare sulla nostra famiglia, sui nostri figli, sui nostri genitori, sognare cose grandi, forse “sognate”, ma chi lo sa... Oggi affidiamo all’intercessione della Sacra Famiglia tutte le famiglie in difficoltà e pensiamo anche a tutti i e/i -migranti che non riescono a trovare buona accoglienza. Amen!
Il padre Teoflo arcivescovo si recò un giorno al monastero. I fratelli riunitisi dissero al padre Pambone: "di' al papa una parola di edificazione". L'anziano rispose: "se il papa non è edificato dal mio silenzio non potrà esserlo dalle mie parole".
NON TUTTE LE NORME PER LA PERFEZIONE SONO CONTENUTE IN QUESTA REGOLA Questa Regola noi l'abbiamo tracciata perché, osservandola nei monasteri, diamo una qualche prova di buoni costumi e di un inizio almeno di vita monastica. Per chi però vuole affrettarsi verso la perfezione della vita monastica, ci sono gli insegnamenti dei santi padri, la cui osservanza conduce l'uomo al culmine della santità. Quale pagina infatti o quale parola di autorità divina sia dell'Antico che del Nuovo Testamento non è norma sicurissima di condotta per la vita umana? O quale libro dei santi padri cattolici non insiste perché si corra per la via diritta verso il nostro Creatore? Così pure le Collazioni dei padri, le Istituzioni, le loro Vite e ancora la Regola del nostro santo padre Basilio, che altro sono se non strumenti di virtù per monaci fervorosi e obbedienti? Ma per noi, monaci svogliati, cattivi e negligenti, tutto ciò è motivo di rossore e di vergogna.
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