preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La figura di Giovanni Battista è intimamente legata a quella di Cristo. Già, prima ancora della nascita, al saluto di Maria sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta. Sarà poi lui ad additare al mondo l'Agnello di Dio. Sarà lui il testimone della Voce dall'alto che lo proclama figlio di Dio, mentre lo battezza nelle acque del Giordano. Con grande umiltà accetta e scandisce il suo ruolo che è quello di preparare la via al Cristo che viene. Giovanni sa che egli deve diminuire e scomparire per fare spazio al Messia. Riceverà, a sua volta, un grandissimo elogio da parte del Signore: «In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista». La sua grandezza brillerà di luce piena quando la sua testimonianza alla verità assume le caratteristiche dell'eroismo. Con la stessa franchezza con cui ha annunciato Cristo, denuncia al mondo l'immoralità di un potente, ben sapendo i rischi a cui si esponeva. L'odio dei potenti, spesso condito con la più sfacciata immoralità, quasi sempre sfocia nella vendetta verso chi osa denunciare i loro misfatti. È ormai perenne purtroppo la convinzione che certe voci scomode debbono tacere. È accaduto a Gesù e dopo di lui ad una schiera innumerevoli di testimoni intrèpidi e coraggiosi. Il rimprovero, anche il più meritato, o induce alla conversione o alimenta l'odio. È significativo infatti che la testa di Giovanni Battista entri in un intrigo di orge, in un banchetto che è esattamente il contrario di un convivio di amore. La cecità e l'ottusità offuscano la ragione e obnùbilano le coscienze, è in quello stato l'assurdo diventa ragione e diritto, anche a costo della vita di un innocente. Il vero vittorioso comunque è lui, Giovanni, che precede Cristo nel martirio e conduce così la sua intrepida testimonianza, fino al martirio, fino al suo Calvario, senza piegarsi alle comode politiche. Forse un esempio ai comodaticci e prese di posizioni della nostra vita?
«Domanda: Quando cerco di concentrare tutta la mia attenzione sul senso delle parole della salmodia, mi accade spesso di concepire cattivi pensieri. Risposta: Se vedi che il nemico si serve delle parole stesse della salmodia per farti guerra, non devi soffermarti strettamente sul senso delle parole, ma salmodiare con molto impegno senza fantasticare. Anche se infatti ti limiti a dire le parole, i nemici che sanno il loro significato, non possono resisterti. Così la salmodia sarà per te come una supplica a Dio e porterà all'annientamento dei nemici».
COME CELEBRARE L'UFFICIO NOTTURNO NEL PERIODO ESTIVO Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga tutta la quantità dei salmi indicata sopra; eccetto che, data la brevità delle notti, non si leggano le tre letture dal codice, ma al loro posto se ne dica una a memoria dell'Antico Testamento, seguita da un responsorio breve; però tutto il resto si svolga come prescritto sopra, cioè alle Vigilie notturne non si devono dire mai meno di dodici salmi, oltre il salmo 3 e il salmo 94.
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info