preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il brano di oggi ci descrive in maniera chiara la ricchissima “attrezzatura” che un discepolo di Cristo deve aver nell’adempimento della sua missione: un solo bastone… “Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non prendessero due tuniche”. Prima di tutto tocca la nostra sensibilità questo invio a coppie quasi per dirci che la missione ha bisogno dell’aiuto reciproco che è un segno di testimonianza evangelica. Infatti la prima cosa su cui devono contare non sono gli sforzi personali ma le relazioni. È chiaro quindi che il motivo “a due a due”, è già il simbolo della comunità. Senza le relazioni affidabili il Vangelo non funziona e non è credibile. In questo senso la Chiesa dovrebbe essere primariamente il luogo di queste relazioni sicuri. Dove c’è comunione c’è anche testimonia! Il Sinodo sulla Sinodalità è un momento opportuno per noi per scoprire la bellezza dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo in perpetui mutamenti. Alla luce di questo brano si capisce subito che la prova dell’efficacità del vangelo la si vede dal potere che si ha contro il male. Infatti la comunione è una forza ed una arma efficace per fare tremare il demonio, principe delle divisioni. Da questo punto di vista: come siamo nelle nostre comunità, famiglie...? Spesso ormai viviamo a pezzi e quindi anche la nostra testimonianza viene meno. Certo che la comunione non vuole dire uniformità di idee, di pensiero ma significa guardare nella stessa direzione nonostante le nostre diversità. Divisi, siamo sconfitti, uniti, siamo vittoriosi. Dov’è carità e l’amore, lì c’è Dio! Un vecchio proverbio africano dice che “Chi vuole andare veloce cammina da solo, chi vuole andare lontano cammina insieme agli altri”.
"Abba Abramo, discepolo di abba Agatone, chiese ad abba Poemen: 'Come mai i demoni mi combattono?'. 'Ti combattono i demoni? - gli dice abba Poemen - Non combattono contro di noi finché facciamo la nostra volontà; infatti le nostre volontà sono demoni, e sono esse che ci tormentano, fino a quando non le compiamo. Vuoi vedere con chi combatterono i demoni? Con abba Mosè e quelli simili a lui".
L'OBBEDIENZA DEI DISCEPOLI Il principale contrassegno dell'umiltà è l'obbedienza senza indugio. Essa è propria di coloro che ritengono di non aver nulla più caro di Cristo; i quali, sia per il servizio santo a cui si sono consacrati, sia per il timore della geenna e la gloria della vita eterna, non appena dal superiore viene comandato qualcosa, come se l'ordine venisse da Dio, non sopportano alcun ritardo nell'eseguirla. Di questi il Signore dice: «Appena ha udito, subito mi ha obbedito» (Sal 17,45); e ai maestri dice: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Lc 10,16).
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