Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 24 gennaio 2022

Con il Dito di Dio...

La scrupolosità degli scribi, pronti a puntare il dito, emerge ancora nel vangelo di oggi. Ma i farisei vanno più lontano, accusando Gesù di essere posseduto, perché scaccia i demoni per mezzo del capo dei demòni. Ma Gesù risponde, difendendo anche gli apostoli, come quando erano accusati di violare l’osservanza del sabato, del digiuno… Infatti replica Gesù: come può satana scacciare satana? Chiaro che può capitare per mancanza di discernimento che fraintendiamo gli altri giudicando i loro gesti secondo i nostri schemi mentali. Questo ci può capitare per carenza di discernimento, perché siamo accecati dai nostri pregiudizi e quindi non siamo più in grado di distinguere la destra dalla sinistra. Se vogliamo evitare questa trappola dobbiamo sempre aver lo sguardo di misericordia e non quello di pregiudizio nei confronti degli altri, se li vogliamo amare. E quindi lasciamoci interpellare da questo brano odierno, infatti quanto è difficile apprezzare il bene degli altri? E qui che la nostra fede è mesa in crisi, perché a volte si cade nell’invidia invece di gioire con chi gioisce. Nel penultimo giorno della settimana dell’unità dei Cristiani, il vangelo è luce per ciascuno di noi, per superare le barriere degli interessi, che ci separano uni dagli altri. Guardiamoci dalle divisioni perché non sono opere di Gesù ma piuttosto di satana. Preghiamo per la Chiesa, le famiglie, le comunità religiose… affinché Dio ci dia la forza di combattere la piaga delle divisioni che ci ruba la vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Chi è il monaco? E' monaco colui che da tutto è separato e a tutti è armoniosamente unito.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CONVOCAZIONE DEI FRATELLI A CONSIGLIO

In ogni cosa poi tutti seguano la Regola come maestra e nessuno ardisca temerariamente allontanarsene. Nessuno in monastero segua le inclinazioni del proprio cuore; né alcuno abbia l'ardire di contendere ostinatamente con il proprio abate dentro o fuori del monastero; chi lo osasse, sia sottoposto alla disciplina regolare. L'abate però, da parte sua, faccia tutto nel timor di Dio e nell'osservanza della Regola, sapendo che di tutti i suoi giudizi dovrà senza dubbio rendere conto a Dio, giustissimo giudice.
Quando poi nel monastero si devono trattare questioni di minore importanza, l'abate si serva soltanto del consiglio degli anziani, poiché sta scritto: «Fa' tutto con il consiglio e dopo non te ne pentirai» (Sir 32,24).


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