preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
L’ esagerazione del brano di oggi è grande, la regola del sabato vieta in questo giorno qualsiasi attività manuale. In realtà, la discussione riguardo il riposo di sabato, che costituiva un fondamento della legislazione giudaica, sia in Deuteronomio che in Esodo, Dio l’aveva prescritto in favore dell’uomo. Quindi per parlarne bisogna tenere conto della gerarchia dei valori invece di cadere in un rigorismo eccessivo, un attaccamento esagerato alle regole. “Di sabato Gesù passava fra campi di grano e suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe”. Davvero è incompressibile che, in nome di una regola che serve a ricordare le necessità umane, i farisei sono così disumani da non rendersi conto della fame dei discepoli. Infatti la replica di Gesù è pertinente: “Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame?” Appunto, non riescono più neanche a confutare. Purtroppo qui, il loro silenzio non sembra consensuale. Effettivamente la grande conversione che Gesù fa fatica a compiere nei loro confronti, e senz’altro anche nei nostri cuori, è il cambiamento di alcuni modi di cogitare. Quindi alla luce di questo brano percepiamo come il vangelo è una strada di umanizzazione della nostra realtà. Possiamo dire che quando smettiamo di essere umani contraddiciamo l’immagine di Dio che ci portiamo addosso. Ecco perché il vangelo è innanzitutto un richiamo a non perdere di vista la nostra umanità, specie quando la perdiamo in nome della nostra religiosità oppure a causa del nostro attaccamento irrazionale alle nostre tradizioni. Concludiamo questo breve commento con le parole del cantante Marco Mengoni che canta: credo negli esseri umani che hanno coraggio di essere esseri umani.
Gli anziani dicevano: "L'anima è una fonte. Se la scavi, si purifica; se vi getti della terra, scompare.
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Nel suo insegnamento poi l'abate deve sempre aver presente quella norma dell'apostolo che dice: «Ammonisci, esorta, rimprovera» (2 Tm 4,2); vale a dire, tenendo conto dei diversi momenti, alternando rigore e dolcezza, mostri ora l'atteggiamento severo del maestro ora quello affettuoso del padre; e cioè, gli indisciplinati e gli irrequieti deve ammonirli duramente; gli obbedienti invece e i miti e i pazienti deve esortarli a progredire sempre di più; ma i negligenti e gli abituali trasgressori vogliamo che li rimproveri e li punisca.
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