Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 23 gennaio 2021

Gesù Cristo è l'agnello di Dio.

Gesù, come faceva il sommo sacerdote ebraico annualmente, è entrato nel santuario una volta sola, con il proprio sangue. Ma nel caso di Gesù si tratta del santuario della sua umanità trasfigurata dalla potenza di Dio. Lo spirito eterno sta all'origine della sua offerta per amore. Di qui deriva l'efficacia radicale dell'autodonazione di Gesù che fa passare i credenti dalla schiavitù del peccato al servizio del Dio vivente. In questa nuova prospettiva si intuisce qual è il nucleo del culto cristiano come partecipazione all'offerta di Gesù. Nella donazione di Gesù a Dio, l'umanità, di cui egli è rappresentante, passa dalla schiavitù del peccato al servizio del Dio. È un dono gratuito del Dio di Gesù ad ogni uomo che si affida a lui. Con Gesù possiamo allora applaudire Dio ed acclamarlo perché ci chiama a lavorare per il suo regno. Nel vangelo, Gesù, secondo il buon senso comune, è esagerato. Questo è il primo sintomo di quella tensione con l'ambiente parentale che attraversa la prima parte del vangelo di Marco. In tal modo egli mette in guardia i lettori di tutti i tempi contro la tentazione di ridurre l'immagine di Gesù a quella commisurata ai propri schemi, fossero pure suggeriti dal cosiddetto buon senso. Non basta la vicinanza fisica o il legame di parentela per capire il mistero di Cristo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Allontànati dal mondo intero con il corpo, e unisciti al mondo intero con il cuore.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CONVOCAZIONE DEI FRATELLI A CONSIGLIO

Ogni volta che in monastero si devono trattare questioni di particolare importanza, l'abate convochi tutta la comunità ed esponga lui stesso di che si tratta. Dopo aver sentito il parere dei fratelli, consideri la cosa tra sé e poi faccia quello che gli sarà parso più utile. Ma abbiamo voluto che tutti siano chiamati a consiglio, perché spesso è al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore.
Però i fratelli esprimano il loro parere con tutta la sottomissione che l'umiltà ispira, senza presumere di sostenere ostinatamente il proprio punto di vista; la decisione invece dipenda dal giudizio dell'abate, in modo che tutti si attengano a ciò che egli avrà ritenuto più opportuno. Tuttavia, se è doveroso per i discepoli obbedire al maestro, è altrettanto conveniente che egli disponga tutto con prudenza e giustizia.


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