Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 20 maggio 2020

Lo Spirito vi guiderà nella pienezza della verità.

Gesù rinnova ai discepoli la promessa del Consolatore, come "Spirito di verità", la cui funzione sarà quella di ricordare ciò che egli "ha già manifestato" e quello che ora non possono capire. "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di poterle accogliere. Quando verrà lo Spirito di verità, vi guiderà nella pienezza della verità". La verità completa la dobbiamo intendere anche in modo qualitativo. Si tratterebbe quindi d'una comprensione in profondità, di una penetrazione del mistero della persona di Cristo, della sua opera, della sua morte, della sua missione redentiva universale. Tutto questo non poteva essere compreso allora dai suoi discepoli. Più tardi, alla luce dello Spirito, e poi nel corso della storia della Chiesa, la verità si farà sempre più strada. La funzione mediatica dello Spirito tuttavia "non parlerà da sé, ma prenderà del mio". Una conferma dunque del ruolo dello Spirito, che sarà non quella di darci una nuova rivelazione, ma di rendere viva e attuale la rivelazione dataci in precedenza e fino a quella di Gesù. "Dirà tutto quello che avrà udito e vi annunzierà le cose che verranno". L'azione dello Spirito è rivolta non solo al "prima" di Gesù, ma anche al presente e al futuro della storia della Chiesa e del mondo. Questo brano di Vangelo fu davvero una splendida predizione. Ci traccia una strada. Ci dice che non dobbiamo vivere di opinioni personali o collettive. Lo Spirito ci sarà sempre guida "nella pienezza della verità", compiendo in ciascuno di noi, in comunione con tutta la Chiesa, quasi una nuova rivelazione, guidandoci nella lettura dell'antica, unica ed immutabile rivelazione biblica: immutabile, ma non ferma; anzi in cammino ed in continua crescita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello chiese ad un anziano: Ci sono due fratelli, dei quali uno medita nella sua cella, protraendo il digiuno per sei giorni e imponendosi molte sofferenze, l'altro si dedica agli ammalati. Quale dei due compie l'azione più gradita a Dio? Il vecchio rispose: Anche se quel fratello che digiuna per sei giorni si appendesse per il naso, non potrebbe essere all'altezza di quello che si dedica agli infermi.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MENSA DELL'ABATE

La mensa dell'abate sia sempre con gli ospiti e i pellegrini. Quando poi ci sono pochi ospiti, egli potrà convocare alla sua mensa qualcuno dei fratelli a sua scelta. Bisogna però che uno o due anziani restino sempre con i fratelli per la disciplina.


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