preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il riposo sabatico per gli ebrei derivava dal il ricordo dall’uscita dell’Egitto, dal bisogno di un giorno di riposo, dopo sei giorni di lavoro e, soprattutto, il riposo di Dio nel settimo giorno della creazione. Dopo l’esilio fu considerato come segno dell’alleanza di Dio con il suo popolo; “Santificate i miei sabati, siano un segno tra me e voi, perché si sappia che sono io, il Signore vostro Dio”. Possiamo quindi dire che in parte potrebbe apparire giustificato il rimprovero che i farisei muovono al Signore: "Guarda! Perché i discepoli fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?" Bisogna però subito porre attenzione all’entità del “reato” che viene imputato ai discepoli: mentre camminavano tra i campi di grano, si misero a cogliere le spighe! Questo il fatto che scandalizza i farisei! Evidentemente loro, malignamente, assimilano il cogliere le spighe con la mietitura. Così cominciamo a comprendere che le leggi, anche quella del riposo sabatico, sono istituite a beneficio dell’uomo. Il Figlio dell’uomo è Signore (padrone) anche del sabato, Egli possiede autorità sovrana sopra l’uso che si fa del sabato, così come dimostrano gli avvenimenti successivi, come la guarigione dell’uomo dalla mano paralizzata nel giorno di sabato. È diventato proverbiale l’assumere atteggiamenti farisaici; curare cioè gli aspetti formali, esteriori, dimenticando ciò che davvero conta agli occhi di Dio, falsificando così lo spirito della legge. Gesù stimmatizza scribi e farisei definendoli “sepolcri imbiancati”. Possiamo ingannare l’occhio umano, ma non l’occhio di Dio, che scruta e vede le profondità del nostro cuore! «L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». È la sapiente conclusione che ci offre Samuele e che deve illuminare tutti i nostri comportamenti.
Uno dei padri interrogò abba Giovanni il Nano su chi sia il monaco. Quello rispose: "Fatica! Perché in ogni opera il monaco si affatica. Questo è il monaco".
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Soprattutto non trascuri né tenga in minor conto la salvezza delle anime a lui affidate per preoccuparsi maggiormente delle cose terrene, transitorie e caduche; ma pensi sempre che si è assunto il compito di guidare le anime e che di esse dovrà rendere conto. E perché non adduca a pretesto l'eventuale scarsezza di beni materiali, ricordi che sta scritto: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33); e ancora: «Nulla manca a coloro che lo temono» (Sal 33,10).
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