Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 19 settembre 2019

Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato.

Stupendo episodio che completa e quasi suggella il capitolo settimo del vangelo di San Luca. La rivelazione piena del Signore e del suo mistero pasquale si compie e si realizza nell'amore e nella misericordia. Solo così può realizzarsi l'annuncio del Regno che non è altro che il compimento del Mistero d'amore. L'accoglienza della peccatrice, con amore ed umiltà, è proprio la realizzazione del mistero pasquale nella conversione di questa donna. Una scena silenziosa; la donna non parla: sa perfettamente cosa deve fare e si rivolge direttamente a Gesù. I suoi gesti d'amore quasi corrispondono ad una liturgia, sono una liturgia d'amore. Un amore che si incarna nella fede perché con tali gesti la donna indica il riconoscimento in Gesù del vero messia, del vero Profeta. Gesù accoglie la donna riconoscendole la fede. Egli stesso trova l'occasione giusta per dimostrare, concretamente, tutto il suo messianismo: la conversione del cuore per la conversione della vita. In questo episodio leggiamo veramente cosa sia per Gesù l'accoglienza. Gesù, con il suo comportamene, invita ad accogliere tutti senza pregiudizi per leggere nei cuori, in tutti i cuori, la bontà d'animo. Quanti pregiudizi, talvolta, per noi che tendiamo ad porre etichette sulle spalle altrui! L'invito forte di Gesù, che nel suo sguardo misericordioso, che non nasconde mai la realtà delle cose. Dobbiamo valutare anche questo, per comprendere a pieno il valore "pasquale" di questo episodio. Gesù accoglie non per nascondere ma per sanare e guarire. Il mistero pasquale si compie in noi quando aderiamo a Gesù con la conversione del cuore. Il perdono, accolto e dato in modo umile e semplice sono la vera possibilità che abbiamo per vivere nella completezza il mistero pasquale. Quante volte Gesù ha perdonato! Egli non smette mai di perdonare, neanche sulla croce! Il buon ladrone, gli stessi suoi uccisori, i discepoli che sono fuggiti, Pietro che lo ha rinnegato... sono i destinatari del perdono che Gesù offre quando sta realizzando il suo mistero pasquale. Rivolgiamo a Gesù, con la stessa fede e lo stesso amore di questa donna, per trovare una analoga accoglienza, che significa riscatto e conversione di vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Iperechio ha detto: «Abbi sempre nello spirito il Regno dei Cieli, e presto l'avrai in eredità».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO DORMIRE I MONACI

Ciascuno dorma in un letto a sé. L'arredamento del letto lo ricevano ognuno secondo il grado di fervore di vita monastica, a giudizio dell'abate. Se sarà possibile, dormano tutti in uno stesso locale; se invece il numero rilevante non lo permette, dormano a gruppi di dieci o di venti insieme ai loro decani che vigilino su di loro. Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lucerna fino al mattino. I monaci dormano vestiti e con i fianchi cinti di semplici corde o funicelle, in modo da non avere a lato i propri coltelli, perché non abbiano a ferirsi inavvertitamente durante il sonno, e in modo da essere sempre pronti, cosicché appena dato il segnale si alzino senza indugio e si affrettino a prevenirsi l'un l'altro all'Opus Dei, sempre però in tutta gravità e modestia. I fratelli più giovani non abbiano i letti l'uno vicino all'altro, ma alternati con quelli degli anziani. Quando poi si alzano per l'Opus Dei si esortino a vicenda delicatamente, per togliere ogni scusa ai sonnolenti.


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