preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
San Marco narra la decapitazione di San Giovanni nel capitolo sesto del suo Vangelo. Nel flusso narrativo, questo episodio è raccontato in una specie di moderno flashback. La prigionia e la decapitazione di Giovanni avviene abbastanza presto nella vita pubblica di Gesù ed in quel capitolo l'autore sacro parla già della missione dei discepoli. San Marco inserisce il racconto di questo episodio in un preciso momento narrativo e fornisce quindi una chiave di lettura precisa. Troviamo il racconto della decapitazione di San Giovanni Battista tra il mandato dei discepoli e la descrizione dei miracoli da loro compiuti in nome di Cristo, ed il loro ritorno gioioso. L'intento dell'evangelista è duplice. Vi è, innanzitutto, la consapevolezza che il martirio e la sofferenza sono nel mandato della Chiesa. Le prime comunità infatti che leggevano questo Vangelo, avevano ben presente la persecuzione che finisce nel martirio di sangue come realtà concreta da affrontare. La lettura di questo brano presso le prime comunità cristiane era fonte di speranza viva e di consolazione sicura se non si ricercano le vittorie terreni ed effimere ma si è capaci di andare oltre al risultato contingente, avendo lo sguardo sempre fisso sul volto di Gesù. Oggi non sempre è richiesta la stessa testimonianza di sangue ma ogni cristiano è tenuto alla propria testimonianza nella vita quotidiana. Un altro aspetto lo troviamo nella volontà di San Marco di inserire il martirio di Giovani in un preciso contesto ecclesiale. I primi discepoli di Gesù provenivano da San Giovanni Battista; egli stesso manda i suoi discepoli ad informarsi presso Gesù sulla sua figura con la domanda precisa: "sei tu il messia?". San Giovanni Battista, il precursore, che ha compiuto il suo mandato con il suo martirio, indica il passaggio del testimone verso la Nuova Alleanza, sancita nel sangue di Cristo. È un modo per riflettere, anche oggi, nella donazione generosa ed eroica di San Giovanni, sull'infinita grazia della Croce di Cristo. Ognuno di noi oggi può interrogarsi sulla propria appartenenza alla Chiesa e come questa sia realmente vissuta.
«Domanda: Quando cerco di concentrare tutta la mia attenzione sul senso delle parole della salmodia, mi accade spesso di concepire cattivi pensieri. Risposta: Se vedi che il nemico si serve delle parole stesse della salmodia per farti guerra, non devi soffermarti strettamente sul senso delle parole, ma salmodiare con molto impegno senza fantasticare. Anche se infatti ti limiti a dire le parole, i nemici che sanno il loro significato, non possono resisterti. Così la salmodia sarà per te come una supplica a Dio e porterà all'annientamento dei nemici».
COME CELEBRARE L'UFFICIO NOTTURNO NEL PERIODO ESTIVO Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga tutta la quantità dei salmi indicata sopra; eccetto che, data la brevità delle notti, non si leggano le tre letture dal codice, ma al loro posto se ne dica una a memoria dell'Antico Testamento, seguita da un responsorio breve; però tutto il resto si svolga come prescritto sopra, cioè alle Vigilie notturne non si devono dire mai meno di dodici salmi, oltre il salmo 3 e il salmo 94.
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