Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 28 marzo 2019

È giunto a voi il regno di Dio.

«Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca». È il forte rimprovero che Geremia rivolge al suo popolo, un rimprovero di grande innegabile attualità. È quanto anche Gesù dice ai soliti avversari mal pensanti e sordi del suo tempo dopo l’assurda accusa: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». È blasfemo! È l’opposto di quando sta avvenendo, l’opposto della missione redentrice e salvifica che il Messia sta portando nel mondo: “È giunto a voi il regno di Dio”: ciò significa lanciare la sfida a un potere secolare identificato pienamente con quello divino. I nemici del Signore rifiutano di comprendere che quando arriva uno più forte non soltanto scaccia i demoni, ma strappa via le armi nelle quali essi confidavano e annienta il loro falso potere. Dice il Signore: “Ecco, faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia; non ve ne accorgete?” Numerosi credenti dei primi secoli hanno dato la propria vita per affermare che anche l’imperatore è sottomesso a un potere infinitamente più grande del suo. Non accorgersi del Signore, non accettarlo è il peccato che con incredibile ostinazione si ripete nel mondo: è non vedere e non sentire quanto il Battista acclamava: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». È anche la pulsante tentazione che fa pensare a molti che Beelzebùl stia trionfando. Gesù, vero Signore della storia, ci illumina: «Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». La dispersione, il male e i mali non sono opera del Signore; vengono dal maligno, che come gramigna ne invade il campo. Ecco allora la via del ritorno, della conversione: «Or dunque - parola del Signore - ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti». Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore... Celebriamo con fervore la santa quaresima e incamminiamoci fiduciosi verso la Pasqua.
Dio al primo posto.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Giovanni ha detto: «Questa parola è scritta nel Vangelo: "Quando Gesù chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro, le sue mani e i suoi piedi erano legati e il suo viso cinto da un lino; Gesù lo sciolse e lo congedò. Noi dunque abbiamo le mani e i piedi legati e il nostro viso è stato coperto con un lino dalle mani del nemico? Se dunque ascoltiamo Gesù, Egli ci slegherà da tutto questo e ci libererà dalla schiavitù di tutti questi cattivi pensieri. Saremo allora figli del Signore, riceveremo le promesse in eredità e saremo figli del Regno Eterno».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE I FRATELLI USCITI DAL MONASTERO DEVONO ESSERE ACCETTATI DI NUOVO

Se un fratello, che per propria colpa ha lasciato il (o è stato espulso dal) monastero, vorrà rientrare, prima prometta di emendarsi totalmente del difetto per cui è uscito; e allora sia accettato, ma all'ultimo posto per provare così la sua umiltà. Se poi uscirà di nuovo, potrà essere riammesso alle stesse condizioni fino alla terza volta; ma sappia che in seguito gli sarà negata ogni possibilità di ritorno.


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