Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 21 marzo 2019

La fecondità dei Santi.

“Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell'anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti”. Il profeta Geremia traccia le note dominanti dell’uomo che, fiducioso in Dio, irrorato dalla grazia, non teme le avversità, fa germinare rigogliosa la santità e non smette di produrre frutti. Questo brilla nei santi, ma meglio ancora nei Santi Fondatori come il grande San Benedetto. Oggi, soltanto noi monaci ne celebriamo il glorioso transito; ci piace ricordarlo così con voi. il Vangelo racconta la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro. Viene da pensare che molto spesso la ricchezza e l’opulenza accecano l’anima e inaridiscono il cuore. I ricchi non si avvedono dei poveri, come il ricco del Vangelo “non vede” il povero Lazzaro, anche i buoni cristiani spesso non sanno riconoscere nel povero, nell’affamato, nell’assetato, nell’ignudo il Cristo che si nasconde in quelle miserie. Nel giudizio sentiranno la inevitabile condanna: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito”. Il ricco soltanto dall’abisso del meritato inferno, vedendo il povero Lazzaro nel gaudio eterno, sembrerebbe avere qualche moto di conversione e implora quello che ormai non può più avere né per sé né per i fratelli. Il suo apparente cambiamento è tardivo; un incolmabile abisso separa il regno della Luce da quello dell’inferno. L’Apostolo San Giovanni ci ripete: “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. L’elemosina, la carità fraterna ci viene suggerita come salutare mezzo di conversione particolarmente in questo tempo quaresimale. Occorre credere e vivere nell’amore di Dio per essere capaci di vedere Cristo Gesù sotto le spoglie del povero e accorgerci che in ogni Lazzaro Egli si nasconde non del tutto diversamente da come si cela in un’ostia consacrata!
Il proposito di oggi; “aprimi gli occhi, Signore, perché io ti veda, ti riconosca e ti soccorra.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: «Lo sforzo e la sollecitudine di non peccare hanno un solo scopo: non scacciare dalla nostra anima Dio che vi abita».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA SCOMUNICA PER LE COLPE

Se un fratello si mostra ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore o contrario a qualche punto della santa Regola e alle disposizioni degli anziani, e per di più anche sprezzante, costui sia ammonito in segreto dai suoi superiori una prima e una seconda volta, secondo il comandamento di nostro Signore (cf. Mt 18,15-17). Se non si corregge, sia ripreso pubblicamente davanti a tutti. Se neppure così si sarà emendato, sia sottoposto alla pena della scomunica, se è capace di comprenderne la portata; se invece non è sensibile ad essa, sia punito con un castigo corporale.


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