preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù, dopo aver rivelato la sua conoscenza e misericordia ai piccoli e ai poveri, ora li chiama a formare con lui una sola famiglia, una comunione profonda, una gioia infinita intorno al suo banchetto eucaristico, in cui scaturisce la vera guarigione. Quindi, in questo banchetto, che è la moltiplicazione dei pani, Matteo ci sottolinea, che Gesù anticipa e apre il suo regno di salvezza compiendo un gesto importantissimo che egli realizzerà nell'Ultima cena in quanto “prese il pane, rese grazie e lo spezzò”. Egli precisa la sua missione di dare la vita in pienezza a tutta l'umanità, e di mostrare il vero amore del Padre. La Chiesa considera Cristo, l'unico pane di vita che possa soddisfare pienamente la fame dell'uomo, poiché egli è fonte di vita. Allora non soltanto i ciechi e gli ammalati che sono invitati a mangiare di questi pochi pani e pochi pesci, ma ci siamo anche noi, chiamati alla fonte cioè alla mensa eucaristica, con umiltà di cuore, perché egli conosce la nostra miseria, e ci risana mediante i sacramenti, soprattutto quello della Penitenza e dell'Eucaristia che è fonte della nostra comunione.
Abba Evagrio disse: "È grande cosa pregare senza distrarsi, più grande ancora salmodiare senza distrarsi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se avesse la presunzione di comportarsi diversamente, venga ritenuto non sacerdote ma ribelle; e se, ripreso più volte, non si sarà corretto, si faccia intervenire come testimone anche il vescovo. Se poi neppure così si emenderà e anzi le sue colpe si faranno sempre più manifeste, sia cacciato dal monastero; solo nel caso però che sia tanto ostinato da rifiutare di sottomettersi e di obbedire alla Regola.
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