preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
L'autore della prima lettura ci orienta alla grande rivelazione messianica, cioè di una nascita prodigiosa nella stirpe di Davide, un uomo su cui lo Spirito Santo è fonte di potenza e di sapienza di Dio. Egli viene ad inaugurare la pace universale, a garantire l'amore fra gli uomini, a ristabilire il paradiso perduto, ciò che afferma anche il salmista, descrivendo il Signore come re di giustizia e di pace. L'evangelista Luca invece illustra questa rivelazione in chiave di dono, di grazia perfetta a coloro che sanno accogliere e ascoltare la parola del Signore. Questa accoglienza si rivela soltanto ai piccoli, agli umili e ai semplici di cuore, come gli apostoli e la Santa Vergine, che hanno riconosciuto la loro insufficienza dinanzi a Dio e si sono aperti alla Sua parola. Con tutto questo l'evangelista ci vuole significare un rapporto intimo di conoscenza amorosa che passa tra il Padre e il Figlio e viene partecipato anche ai piccoli e ai poveri. Oggi questo brano del vangelo non è riservato soltanto a loro, ma si rivolge anche a noi, cioè a tutti i cristiani al fine di porre una attenzione particolare all'ascolto della parola del Signore ed essere umili nei confronti di Dio e del prossimo.
Raccontavano che il padre Eladio solleva mangiare pane e sale. Quando giunse la Pasqua, si disse: "I fratelli mangiano pane e sale, io dovrei fare un piccolo sforzo a motivo della Pasqua: dato che gli altri giorni mangio seduto ora che è Pasqua, farò lo sforzo di mangiare in piedi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se un abate si propone di ordinare presbitero o diacono un suo monaco, scelga tra i suoi chi sia degno di esercitare l'ufficio sacerdotale. L'ordinato però si guardi dallo spirito di vanagloria o di superbia e non ardisca fare se non ciò che gli viene ordinato dall'abate, sapendo di dover essere sottomesso ancora di più alla disciplina regolare. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l'obbedienza alla Regola e la disciplina, ma anzi progredisca sempre di più nel cammino verso Dio. Mantenga sempre il posto che gli spetta secondo l'ingresso in monastero, eccetto per l'ufficio dell'altare e nel caso il voto della comunità e la decisione dell'abate lo abbiano promosso per i meriti della sua vita. Ma anche allora sappia che deve osservare le norme stabilite per i decani e i priori.
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