Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 28 agosto 2018

La giustizia, la misericordia e la fedeltà.

Continua il discorso dei guai contro gli scribi e i farisei e contro tutti coloro che li ìmitano nelle loro falsità e le loro ipocrisie. Essi curano l'esteriorità e trasgrediscono palesemente le prescrizioni fondamentali della legge divina. Trascurano la giustizia, la virtù che ci pone integri e praticanti davanti a Dio e testimoni autentici dinanzi agli uomini. La virtù che ci rende giusti con la vera adesione ai precetti del Signore, ci rende veraci e credibili perché portatori di verità, annunciate e vissute. Ci rende ancora veri dinanzi al nostro prossimo a cui indichiamo la strada giusta per andare a Dio. Non essendo in un rapporto di comunione con il Signore si trascura e si viene meno anche alla misericordia: capita l'assurdo di sentir scandire condanne proprio da chi avrebbe più bisogno di perdono e di pietà. Chi non sperimenta la bontà del Signore e sempre portato alla rigidità verso gli altri. Capita anche ai nostri giorni di incontrare confessori “troppo santi” per essere veramente testimoni della divina ed infinita misericordia. È la perseveranza nel bene, la costanza negli impegni assunti, il senso del dovere da esplicare nei confronti del Signore e nei confronti del prossimo nei diversi stati di vita. Ai nostri giorni appare particolarmente urgente riscoprire le tre virtù di cui oggi il Signore ci parla. Viviamo infatti momenti in cui pare che la giustizia sia solo una chimèra, una meta quasi irraggiungibile. Sappiamo quanta inquietudine genera la mancanza di giustizia anche solo nelle sua attuazioni umane. Proprio dalla mancanza di misericordia e dall'assenza del perdono sgorgano poi le peggiori lotte interminabili e vendette incrociate in diversi strati della nostra società. L'infedeltà poi sgretola i vincoli migliori e le realtà più sacre del nostro vivere e miete vittime prevalentemente proprio dove l'amore dovrebbe regnare sovrano.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Le distrazioni nella preghiera.

«Il padre Teodoro di Ennaton disse: "Se Dio ci imputasse le negligenze nella preghiera e le distrazioni durante la salmodia, non potremmo essere salvati"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUANTI SALMI DEVONO DIRSI ALL'UFFICIO NOTTURNO

I testi poi da leggere nelle Vigilie siano quelli di divina autorità sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, nonché i loro commenti fatti dai padri cattolici di rinomata fama e di sicura dottrina. Dopo le tre letture con i propri responsori, seguano altri sei salmi da cantarsi con l'Alleluia; quindi una lettura dell'Apostolo da recitarsi a memoria, il versetto, la supplica litanica ossia il Kyrie eleison; e così si concluda l'Ufficio notturno.


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