preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
L'amore di Dio attraversa tutta la creazione, "eterna è la sua misericordia", ma si fa redenzione, manifestazione d'amore per tutti gli uomini, quando il Figlio di Dio si consegna volontariamente alla morte. "Il mistero, nascosto da secoli nella mente di Dio," viene ora rivelato, - dice San Paolo. Tutti i popoli "sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità con Israele, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della promessa". Tutto l'evento "Cristo" è questo amore che sta di là da ogni immaginazione umana e che Dio Padre ha reso disponibile. "L'ampiezza della carità è tale che si estende fino ai nemici. La lunghezza nel tempo è tale che non viene mai meno, ma incomincia quaggiù e si conclude nella gloria. Non proviene da noi neppure il fatto che amiamo Dio, ma è lo Spirito di Gesù che ci attrae, trovandoci disponibili. Quanto il Padre ci abbia amato in Cristo e quanto grande sia stato l'amore di Cristo per noi appare nella sua forma estrema sulla croce, da quel cuore squarciato dalla lancia del soldato. Non si tratta di un semplice particolare, l'evangelista sottolinea solennemente che quel sangue simboleggia il sacrificio di Cristo, l'acqua è indice dello Spirito che Gesù aveva promesso di effondere. Dal cuore trafitto di Gesù nasce la Chiesa. La solennità del Sacro Cuore è la sintesi di tutto il disegno salvifico: proclama Dio che si manifesta amore crocifisso per l'uomo. "Cristo nostro Signore innalzato sulla croce nel suo amore senza limiti donò la vita per noi e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza".
Il padre Poemen disse a chi voleva vivere santamente: "Non misurare te stesso, aderisci piuttosto a chi sa vivere bene".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ I più giovani pertanto rispettino i più anziani; gli anziani amino i più giovani. Nello stesso modo di chiamarsi nessuno si permetta di rivolgersi all'altro col semplice nome, ma i più anziani chiamino i più giovani con l'appellativo di «fratelli» e i più giovani chiamino gli anziani «nonni», che significa «reverendo padre». L'abate poi, giacché sappiamo per fede che tiene le veci di Cristo, sia chiamato «signore» e «abate», non per sua pretesa ma per onore e amore di Cristo. Ma egli rifletta sulla sua dignità e si dimostri degno di tale onore.
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