Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

[menu] [seleziona le letture da stampare]
 

Commento alle Letture

Mercoledì 21 febbraio 2018

A questa generazione sarà dato il segno di Giona.

"Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno, fuorché il segno di Giona". Il Signore giudica severamente i suoi contemporanei perché cercano da lui un segno per avallare la loro fede e quindi convertirsi alla sua predicazione. Gesù non scende a compromessi con nessuno, neppure con gli apostoli. "Volete andarvene anche voi?", dirà un giorno ai suoi discepoli. "Da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna", rispose Pietro. La conversione non è questione di intelligenza, ma di cuore. Non è un'opera umana, ma divina. Non siamo in una palestra dove possiamo presumere di strutturarci nel nostro spirito. E' ascolto senza pregiudizi del Vangelo, è lettura di quanto avviene attorno a noi sempre sotto la luce della Sua parola. Ciò che non avviene per gli interlocutori di Gesù. Per loro non è il Messia, è molto lontano dalle attese. Ne abbiamo perfino un'eco nel triste lamento dei discepoli di Émmaus a vita compiuta. "Speravamo che fosse lui a liberare Israele". Qui nasce per loro la richiesta, non giustificata, del segno, come per noi. Tra Gesù e i suoi avversari si apre un abisso. Non solo Gesù da il segno di Giona, che tocca il cuore dei Niniviti, popolo estraneo alle promesse, ma afferma che qui c'è più di Giona, più di Salomone. Qui, ora: è presente Dio stesso. E' molto facile che anche noi cerchiamo dei segni, che non sono i segni che ci da il Signore: come quello del suo amore senza limiti. Quale segno più meraviglioso del Crocefisso? L'abbiamo dappertutto anche per una legge civile. Ci specchiamo in esso per ritrovare i tanti segni d'amore, come facevano tante anime sante?


Apoftegmi - Detti dei Padri

La preghiera entra nelle pieghe più nascoste della vita e la trasforma e la vita, nella sua dimensione storica, diventa il luogo dove la preghiera prenda la sua forma e la sua verità.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

L'ottavo gradino dell'umiltà si sale quando il monaco non fa nulla al di fuori di ciò che è indicato dalla regola comune del monastero o dall'esempio degli anziani.
Il nono gradino dell'umiltà si sale quando il monaco frena la sua lingua e, coltivando l'amore al silenzio, non parla finché non sia interrogato, perché la Scrittura insegna che nel molto parlare non si eviterà il peccato (Pr 10,19), e che l'uomo dalle molte chiacchiere camminerà senza direzione sulla terra (Sal 139,12 Volg.).


home  |  commento  |  letture  |  santi  |  servizi  |  archivio  |  ricerca  |  F.A.Q.  |  mappa del sito  |  indice santi  |  preghiere  |  newsletter  |  PDA  |  WAP  |  info


Questa pagina è in una versione adatta alla stampa, agli smartphone e ai PDA.
URL: https://liturgia.silvestrini.org/p/commento/2018-02-21.html
Versione completa online:
https://liturgia.silvestrini.org/commento/2018-02-21.html

i-nigma smart code
SmartCode: https://www.i-nigma.com/