preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Una grande folla si è mossa per seguire Gesù; da ogni parte della Palestina e del Medio Oriente, da zone nelle quali è radicata la tradizione giudaica e da zone culturalmente diverse. Gesù opera miracoli e guarigioni mentre una unica verità risuona, per il momento la folla ne è partecipe ma inconsapevolmente. Lo scandalo di Gesù è anche qui! Sono gli spiriti immondi che, per primi, afferrano il Mistero di Gesù e lo proclamano, anche se in opposizione ad esso. Bisogna anche ammetterlo, questo atteggiamento di Gesù merita attenzione. Perché nascondere ora quello che poi sarà manifesto? Perché non proclamare tutto e subito? Gesù chiede una fede profonda e che non derivi dalla sola emotività dei miracoli che sta attuando. Una fede profonda che va oltre una popolarità facile. Una fede profonda vuol dire che coinvolge tutta la persona, con tutti i suoi sentimenti, che deve essere in grado di trasformare anche i momenti dolorosi e difficili in possibilità di redenzione e di salvezza. Per il momento, Egli àttua il suo piano di salvezza con le manifestazioni esterne dei miracoli. La manifestazione completa di Gesù, nella gloria del Padre, è una missione progressiva che implica anche una pedagogia profonda e culminerà sul Gòlgota per essere proclamata apertamente nello Spirito della Pentecoste, dopo la Resurrezione. In questo passaggio l'esperienza terrena di Gesù porterà con sé il dolore, la sofferenza ingiusta che saranno proprio loro gli strumenti per veicolare la salvezza e la redenzione.
Gli anziani dicevano: "L'anima è una fonte. Se la scavi, si purifica; se vi getti della terra, scompare.
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Nel suo insegnamento poi l'abate deve sempre aver presente quella norma dell'apostolo che dice: «Ammonisci, esorta, rimprovera» (2 Tm 4,2); vale a dire, tenendo conto dei diversi momenti, alternando rigore e dolcezza, mostri ora l'atteggiamento severo del maestro ora quello affettuoso del padre; e cioè, gli indisciplinati e gli irrequieti deve ammonirli duramente; gli obbedienti invece e i miti e i pazienti deve esortarli a progredire sempre di più; ma i negligenti e gli abituali trasgressori vogliamo che li rimproveri e li punisca.
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