preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Ci colpisce nel vangelo di oggi la povera vedova che getta nel tesoro del tempio soltanto un quattrino, mentre molti ricchi facevano risuonare il contenitore metallico con ben più pesanti monete. Gesù che sta osservando la scena, posa il suo sguardo compiaciuto proprio su quella donna e ne trae motivo per impartire una lezione ai discepoli ed oggi a noi. “Questa vedova ha gettato nel tempio più di tutti gli altri” perché “nella sua povertà vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”, afferma Gesù. La misura della generosità non è quindi da calcolare con il tanto o con il poco, ma da quanto ci costa realmente il dono che offriamo: è troppo facile dare il superfluo come fanno i ricchi. Dare tutto è veramente difficile ma è anche segno dell’amore vero, della fede nella provvidenza. Non meno importante è la prima parte del brano evangelico dove Gesù mette in guardia dagli atteggiamenti pomposi degli scribi, i quali sia nell’abbigliamento che nei comportamenti ostentano prestigio e santità per ingannare e soggiogare gli altri specie i più deboli, come le vedove. Stride a questo punto la generosità della povera vedova con la doppiezza e ambiguità dei capi religiosi del tempo. Ma forse, quanto mai, ci mette in guardia anche a noi, nei giorni nostri.
Abba disse: "Non attaccarti con il tuo cuore a colui di cui il tuo cuore non è sicuro".
L'ELEZIONE DELL'ABATE Nella elezione dell'abate si segua sempre questo criterio: sia costituito in carica colui che tutta la comunità avrà scelto di comune accordo secondo il timor di Dio, o anche soltanto una parte della comunità, sia pur piccola, ma con più sano giudizio. L'ordinando sia scelto in base alla santità di vita e alla dottrina spirituale, anche se fosse l'ultimo nell'ordine della comunità.
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