Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 09 giugno 2017

La vera identità del Cristo.

Un giorno Gesù chiese ai suoi apostoli: “chi dice la gente che io sia?” Prima della risposta illuminata di Pietro: “Tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente”, vengono riferite le diverse dicerìe della gente, vaghe ed insicure. Alcuni cercano una identificazione di Gesù ricorrendo alla sua parentela e alle sue apparenti origini umane e concludono che è “il figlio del falegname”. Gli scribi, come sempre e come è loro stile, poggiano i loro ragionamenti sulle scritture, interpretandole però a modo loro, da incalliti e miopi conservatori. Per loro il messia è figlio di Davide, ma non vogliono comprendere che lo stesso Davide lo chiama “Signore” e si china riverente verso il suo lontano successore. Ancora una volta coloro che attendevano il Messia, alla sua venuta non vogliono riconoscerlo perché scorgono in lui uno che viene a turbare il loro mondo religioso gretto e pieno di formalismi esteriori. L’invito di Gesù è di volgersi verso il futuro, di guardarlo con l’occhio della fede e di giudicarlo da quanto dice e fa nello svolgersi della sua missione. Non sono finiti i tentativi di ridurre la persona di Cristo entri i limiti angusti di una visione umana; è una tentazione ricorrente frutto di un esasperato razionalismo e di mancanza di fede.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Isaia disse: "se uno vuole rendere male per male, può ferire la coscienza del fratello anche con un solo cenno".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ORDINE DELLA COMUNITÀ

Dovunque i fratelli si incontrano, il più giovane chieda la benedizione al più anziano; quando passa un anziano, il più giovane si alzi e gli ceda il posto a sedere e non ardisca sedersi di nuovo se non glielo permette l'anziano; in modo che si avveri ciò che sta scritto: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10). I fanciulli più piccoli e gli adolescenti nell'oratorio e a mensa mantengano con ordine i posti stabiliti; fuori poi e in qualunque altro luogo siano sotto sorveglianza e disciplina, finché non arrivino all'età della discrezione.


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