preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il libro Sapienziale, nella prima lettura, trasmette un giudizio di condanna emesso da "empi" nei confronti di un giusto, la cui condotta è un rimprovero severo: "Ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore". In queste righe si avverte una anticipazione profetica del destino di Gesù e delle accuse che gli furono mosse ripetutamente: rancori, insidie, insulti, fino alla condanna a morte. Ma l'autore conclude: La pensano così, ma si sbagliano; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i segreti di Dio; non sperano salario per la santità né credono alla ricompensa delle anime pure". Nel Vangelo Giovanni attesta la serenità di Gesù, che prosegue tranquillamente la sua missione e si sforza di far capire la sua origine e identità: "Chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato". Quel coraggio nel proclamare la verità, è un dono di Dio; è anche il risultato di una riflessione perseverante sul nucleo di fede. Il cristiano, sull'esempio di Gesù, è credibile se è davvero credente. La vera fede è lontana dalla magia o dalla religiosità emotiva. Si fida, si affida. Crede appunto.
"Un fratello chiese ad abba Matoes: 'Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri non riesco a trattenerla, ma in ogni loro buona azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?' L'anziano gli rispose: 'Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere spigoloso, ma sferico, per poter rotolare verso tutti'. E disse: 'Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono i forti infatti che vanno in mezzo agli uomini".
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Alle Ore diurne si inizi sempre con il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2) e il Gloria; quindi l'inno di ciascuna Ora. A Prima della domenica si dicano quattro strofe del salmo 118; nelle altre Ore, cioè a Terza, Sesta e Nona, tre strofe per volta dello stesso salmo 118.
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