preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
All'inizio della sua missione pubblica Gesù è tentato dal diavolo, ma egli pregando e digiunando nel deserto per quaranta giorni riesce a resistergli. L'episodio di Gesù, pieno di Spirito Santo, evidenzia la sua opera messianica di vera salvezza, salvezza non legata a prospettive terrene.
Nel brano, però, leggiamo un insegnamento universale che va oltre i confini del tempo. E' il messaggio particolare che la Chiesa ci vuol offrire, in questa prima domenica di quaresima. Tutti noi siamo sempre e continuamente tentati dalle attrattive di questo mondo e dagli ideali che, poi risultano essere non conformi alla nostra reale natura umana. L'appagamento di desideri volubili non fa altro che sminuire la nostra vera dignità di esseri umani. Dove poniamo il fine della nostra esistenza? Nelle cose materiali? Nel Potere? Nei nostri desideri carnali? In questo caso le tentazioni produrranno in noi effetti devastanti di cui ci pentiremo subito. La conversione alla quale c'invita la Chiesa in questo periodo di quaresima deve farci riflettere sui nostri fini ultimi.
I beni materiali sono da considerare, allora strumenti per fini non solo terreni. Le responsabilità che la vita ci affiderà saranno manifestazione di un servizio di carità verso gli altri. I nostri desideri intimi poi devono essere sempre rispondenti alle nostre reali esigenze umane e da verificare anche nei nostri rapporti interpersonali con il rispetto della dignità altrui. Sappiamo sfruttare, quindi questo periodo di conversione con la preghiera e la mortificazione. Nel doveroso impegno dei nostri impegni familiari e civili cerchiamo di trovare il giusto clima allontanando per un attimo tutto quello che ci può distrarre dalle cose divine. Quello che potrà sembrare un periodo di penitenza potrà essere invece una vera scoperta di valori autenticamente cristiani ed umani, attenti ai bisogni nostri ed altrui da praticare nella carità. Piccole rinunce porteranno, quindi, immensi doni e benefici!
«Poni alla porta del tuo cuore un cherubino con la spada infuocata».
L'UMILTÀ Se dunque gli occhi del Signore scrutano buoni e cattivi (Pr 15,3) e se il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio, se c'è uno che cerchi Dio (Sal 13,2), e se dagli angeli a noi assegnati, quotidianamente, giorno e notte, vengono riferite le nostre azioni al Signore nostro Creatore, allora dobbiamo essere continuamente vigilanti, fratelli, affinché il Signore, come dice il profeta nel salmo, non ci veda mai volti al male e diventati inutili (Sal 13,3 Volg.); e, se anche ci perdona adesso perché è misericordioso e aspetta che ci convertiamo, non debba poi dirci un giorno: «Hai fatto questo e io ho taciuto» (Sal 49,21 Volg.).
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