Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 07 ottobre 2015

Signore, insegnaci a pregare...

Ieri il Vangelo, esaltando l'atteggiamento di Maria, sorella di Marta, ci ha ben ricordato la saggezza del saper stare con Dio. Oggi lo stesso Vangelo ci insegna come dobbiamo pregare. Un giorno, narra Luca, Gesù si trovava in un luogo a pregare, e quand'ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare”. Abbiamo in questo modo la preghiera del Signore, giunta a noi in duplice forma: l'una, più breve, tramandata da Luca, l'altra, più lunga, tramandata da Matteo e fatta propria dalla Chiesa. “Padre, sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno e dacci oggi il nostro pane quotidiano”. E' una preghiera che si rivolge a un Dio, che in primo luogo lo incontriamo come Padre. Questa è la Parola che ci genera nella nostra verità di figli. Gesù è venuto a insegnarcela. Accogliamola con l'atteggiamento di Maria, seduta ai suoi piedi. Dopo di averci svelato il suo mistero di Figlio e di fratello, con questa preghiera ci fa entrare nella paternità di Dio: in essa desideriamo quanto ci occorre per vivere. E' quanto lui stesso ci dona nell'Eucaristia, in cui offre se stesso come nostro cibo. Questa preghiera è un dialogo diretto tra un tu, che è il Padre e un tu, noi, che è il vero io, in quanto in comunione con il Figlio e con i fratelli. Ciò che chiediamo nel “Padre nostro” è già tutto realizzato e donato a noi nel Figlio: la santificazione del Nome, l'avvento del Regno, il dono del Pane, del perdono e della filiale fiducia. Chiedendo, apriamo la mano per ricevere. La preghiera del Signore è la sintesi di ogni preghiera. La rivolgiamo al Padre sempre in comunione con tutti e per tutti. “Quando pregate, dite...”. La preghiera cristiana è dire, in obbedienza a Gesù, ciò che lui ci insegna. Invochiamo il dono di conoscere e accettare la paternità e la conseguente fraternità. Chiedendo quei doni che il padre vuole fare a tutti nel Figlio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba Macario, interrogato su come si debba pregare, rispose: «Non è necessario parlare molto nella preghiera, ma stendiamo sovente le mani e diciamo: «Signore abbi pietà di noi, come tu vuoi e come tu sai". Quando la tua anima è in angustiata, di': «"Aiutami". E Dio ci farà misericordia, perché sa quello che a noi conviene».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

I settimanari che finiscono e quelli che iniziano il turno, la domenica alla fine delle Lodi mattutine, si prostrino davanti a tutti chiedendo che si preghi per loro. Chi esce di settimana dica questo versetto: «Benedetto sii tu, Signore mio Dio» (Dn 3,52), «che mi hai soccorso e consolato» (Sal 85,17); e, dopo che è stato ripetuto tre volte e chi esce ha ricevuto la benedizione, subentra chi inizia la settimana e dica: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2); e sia ripetuto anche questo tre volte da tutti ed egli, ricevuta la benedizione, entri in servizio.


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