preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
È inevitabile: la lontananza da Dio, l’infedeltà personale o di un intero popolo, oggi potremmo dire l’infedeltà del cristiano o della Chiesa, conduce all’esilio, alla schiavitù. Con il peccato cadono le mura di Gerusalemme, cedono in noi le difese dai nemici e dal male, ne segue l’invasione, la distruzione di tutto ciò che è prezioso in noi, la perdita della grazia e della preziosa libertà. Il Signore, l’eterno restauratore, non cessa mai di intervenire per liberare, riparare, ricostruire in senso fisico e spirituale servendosi all’occorrenza anche di un re straniero e ateo come Ciro. Nel deserto gli ebrei subiscono i morsi dei serpenti, sempre a causa della loro infedeltà e devono volgere lo sguardo al serpente di bronzo posto sull’asta per non subirne gli effetti venefici. Gesù, ricorrendo a questo antico episodio, nel dialogo notturno con Nicodemo afferma: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. Egli parla della sua prossima morte in croce e aggiunge: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. È il progetto divino e universale di salvezza che sta per compiersi con Cristo a Gerusalemme: noi siamo in cammino con Lui verso la Pasqua. San Paolo così esplicita questa azione redentiva: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato”. È una vera e propria rinascita quella che ci viene offerta, una riscoperta della Luce e della Verità da accogliere con fede e desiderio, da preferire alle tenebre, al peccato e alla morte. È il mistero della Pasqua, il mistero della morte e della risurrezione che si apre in noi e svela al nostro spirito quando con l’intensità della fede, dell’amore e della gratitudine volgiamo e fissiamo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto. È quanto siamo invitati a fare in preparazione alla ormai prossima Pasqua per viverla e goderla con la migliore intensità.
"Sii una madre per i tuoi monaci, piuttosto che un padre... Una madre che ama non vive per se stessa, ma per i suoi figli... Deve essere indulgente verso le loro debolezze, sopportare con amore le loro malattie, fasciare i mali dei peccatori con le bende della misericordia, rialzare con dolcezza quelli che cadono, purificare nella pace quelli che si sono macchiati di qualche vizio ed imporre loro una razione supplementare di preghiera e di digiuno, ricoprirli di virtù attraverso l'insegnamento e l'esempio, seguirli costantemente e proteggere la loro pace interiore in modo da non dover mai sentire da parte loro il minimo rimprovero".
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI A Compieta si ripetano ogni giorno i medesimi salmi, cioè il 4, il 90 e il 133. Fissato l'ordine della salmodia diurna, tutti gli altri salmi che rimangono si distribuiscano in parti uguali per le sette Vigilie notturne, dividendo quelli più lunghi e assegnandone dodici per ciascuna notte.
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