Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 28 gennaio 2015

Siamo rigenerati in Cristo Risorto.

A confronto con la ripetizione inefficace dei riti sacrificali della prima alleanza, si sottolinea l'efficacia e unicità dell'offerta di Gesù, culminante nella sua esaltazione celeste. Si compie in tal modo la parola profetica di Geremìa sulla nuova alleanza, citata dall'autore sacro nella lettura. Essa è caratterizzata dall'interiorità del rapporto con Dio e dal perdono dei peccati. Infatti, nell'auto-donazione di Gesù le radici stesse del peccato sono estirpate perché viene immesso nel cuore dei credenti lo stesso dinamismo di amore che ha trasfigurato la sua umanità. Mediante l'applicazione del testo di Geremìa, l'unico che parla di "nuova" alleanza, l'intera vicenda di Gesù viene inserita nel piano della rivelazione storica di Dio. In tal modo la fede cristiana, che riconosce in Gesù l'inviato di Dio, offre anche la chiave per rileggere nel loro significato profondo i testi dell'Antico Testamento. La missione di Gesù sulla croce viene svelata nella risurrezione quando viene trasformato dalla luce e dalla gioia di Dio. Gesù risorto è per noi il sacerdote che ci permette di essere trasformati anche noi da Dio. Egli ci lìbera dal buio e dalla paura. Egli ci rigènera fino a trovare la nostra felicità nell'immersione nel mistero luminoso di Dio. L'applicazione ecclesiale della parabola risponde all'interrogativo che circola all'interno della comunità: perché tanti, dopo l'ascolto della parola e l'inizio di un cammino cristiano, vengono meno e abbandonano l'impegno? Questo non dipende dall'inefficacia della parola di Dio, ma dalla mancanza di fiducia e perseveranza di quelli che ascoltano o l'accolgono con superficialità. Il seme invece va curato, annaffiato, magari potato pure. Solo così potrà dare frutto.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Chiese ad Evagrio: Che vita dobbo condurre? Rispose: Considera una giara di vino che per lungo tempo è rimasta a riposare, allo stesso posto, senza essere rimossa: che vino chiaro, decantato, profumato, essa prepara! Ma se è trasportata qua e là, prepara un vino torbido, denso, che ha il sapore della feccia. Paragona te stesso a questa giara, e fa una esperienza utile.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Non essere superbo. Non dedito al vino. Non mangione. Non dormiglione. Non pigro. Non ingiurioso. Non maldicente. Riporre in Dio la propria speranza. Quando si scorge in sé qualcosa di buono, lo si attribuisca a Dio e non a se stesso. Il male invece si sia convinti che è opera propria e lo si imputi a sé.


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