preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Sappiamo che l'accoglienza di Dio è uno dei fondamenti della nostra vita cristiana. Ecco ciò che ci narra il brano del Vangelo odierno: "In verità, in verità vi dico chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato". Come si può notare c'è una catena di solidarietà e di comunione. Dio Padre manda il Cristo e chi accogli il Cristo accoglie il Padre. Il Cristo a sua volta ha i suoi inviati e chi accoglie costoro accoglie il Cristo e in lui anche il Padre. Ora è vero che noi credenti non abbiamo molti problemi riguardo al primo caso: siamo convinti che accogliendo il Cristo accogliamo anche il Padre. I problemi nascono piuttosto quando si tratta di definire quali sono gli inviati di Cristo. Qui non è solo questione di ufficialità. Facendo una certa statistica su chi potrebbe garantirci una linea di comportamento, rimaniamo di solito un po' sorpresi, perché l'elenco è senza numero, le caratteristiche le più svariate, al di là del tempo, e potremmo essere sempre spiazzati se dovessimo scegliere la persona adatta a tale ufficio secondo noi. Una vecchia massima diceva se vuoi seguire Gesù sai già che non puoi attenderti di fare una grande e simpatica carriera nella vita. E' qui la grande rivoluzione cristiana! I veri discepoli sanno che Gesù si è comportato come il servitore che riconoscendo in ogni uomo il proprio padrone, si dedica a lui, anche nel più umile dei servizi, secondo il significato simbolico della lavanda dei piedi. "Sapendo queste cose, beati sarete se le farete". Si va spegnendo il senso evangelico del prossimo, divenuto quasi un estraneo, quando non un concorrente o un rivale. Questo esempio di Gesù da imitare, questo prossimo da accogliere come Cristo, è una consegna, un segno di riconoscimento per coloro che si fanno discepoli e servi di tanto Signore.
Uno degli anziani era solito dire: All'inizio, quando ci trovavamo, eravamo soliti parlare di qualcosa di buono per le nostre anime. Continuando così siamo saliti fino al cielo. Ma adesso quando ci troviamo passiamo il tempo a criticare tutto e ci trasciniamo l'un l'altro nell'abisso.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI Alla foresteria sia pure designato un fratello dall'animo pieno di timor di Dio; in essa si dispongano un numero sufficiente di letti arredati, in modo che la casa di Dio sia amministrata con saggezza e da uomini saggi. Con gli ospiti poi non si intrattenga in alcun modo e non parli se non chi ne abbia ricevuto il permesso; ma se qualcuno li incontra o li vede, li saluti umilmente, come abbiamo detto e, chiesta la benedizione, passi oltre dicendo che non gli è consentito fermarsi a conversare con gli ospiti.
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