Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 05 aprile 2014

Mai un uomo ha parlato così!

Il Vangelo proposto dalla liturgia di oggi ci descrive l'ennesimo scontro tra i giudei riguardo a Gesù. Ognuno di loro guarda a Gesù, scoprendone un aspetto particolare. Per alcuni di loro Gesù è un profeta. Gesù, infatti è un profeta. Anzi è il Profeta per eccellenza, colui che completa tutta la tradizione profetica nel messianismo di Figlio di Dio. Altri dicono Gesù è il Cristo, l'Unto che attua in sé la profezia del Regno. È anche il sommo Sacerdote che offrirà se stesso, come ci dice l'autore della Lettera agli Ebrei, misericordioso e fedele. Tutta la Sacra Scrittura delinea proprio la figura di Gesù nella sua completezza. Il dissenso che sfocia tra i concittadini di Gesù nasce probabilmente dall'incapacità di comprendere nella loro interezza tutte le Sacre Scritture. Ognuno approfondisce un aspetto particolare tralasciando il resto. Vi è un particolare interessante in questa discussione: la presenza delle guardie. È interessante perché esse rappresentano il mondo pagano, estraneo al popolo eletto e che quindi non hanno avuto il dono delle Scritture. Nella loro semplicità volgono il loro sguardo e la loro attenzione su Gesù. Da qui possiamo trovare l'esortazione per noi. Talvolta pensiamo alla Bibbia come fosse un toccasana miracoloso per noi. Ecco che capita che cerchiamo nelle Sacre Scritture solo quello che più ci piace o che più ci fa comodo, quasi per fabbricarci il "nostro" Gesù. Questo periodo di quaresima sia invece il tempo per scoprire con la lettura della Bibbia Dio come vera luce e guida della nostra esistenza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi poiché la prima preoccupazione alla quale lo spirito si apprende fin dall'aurora, esso continua a macinarla come una mola per tutto il giorno, sia grano, sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il tuo nemico getti zizzania.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

I fratelli si servano a vicenda e nessuno venga dispensato dal servizio di cucina, a meno che non sia malato o occupato in cose di maggiore utilità, perché in tal caso si acquista una più grande ricompensa e un aumento di carità. Ai più deboli si diano degli aiutanti, affinché non svolgano il servizio di malumore; anzi abbiano tutti degli aiuti, secondo i bisogni della comunità e la posizione del luogo. Se la comunità è numerosa, il cellerario sia dispensato dal lavoro di cucina e così pure chi - come abbiamo detto - fosse occupato in cose di maggiore utilità; tutti gli altri si servano vicendevolmente nella carità.


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