preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
In questo episodio sta in primo piano Simòn Pietro: il suggerimento di andare a pescare parte proprio da lui. Ma gli apostoli anche questa volta non prendono i pesci in tutta la notte. Verso il mattino ritornano a riva senza avere preso nulla. Sulla spiaggia si trova Gesù che però essi non riconoscono, forse a causa dell'oscurità del crepuscolo, forse a causa del suo corpo glorioso, forse semplicemente per la stanchezza di tutta la notte in barca. La proposta dello sconosciuto gli porta fortuna. Il discepolo prediletto lo riconosce immediatamente; Pietro però è spinto dal suo carattere impetuoso ad andare per primo verso il Salvatore. Per rispetto al maestro, si infila tunica, che normalmente ci si toglie per nuotare, e copre a nuoto i 200 cubiti che ancora li separavano dalla spiaggia; gli altri lo seguirono sulle barche, tirando le reti con sé. All'alba Gesù aspettava sulla riva mentre i discepoli stavano scoraggiandosi a trarre le loro reti vuote; viene in mente spontaneamente l'episodio di Gesù che cammina sulle acque: all'arrivo di Gesù la barca in cui i dodici stavano esaurendosi a remare nel mare agitato, toccò subito la riva verso la quale erano diretti. Non si sbaglierebbe nel supporre che la riva da cui Gesù chiamava a gran voce i pescatori simboleggi la gloria eterna; la pesca infruttuosa, l'impotenza alla quale sarebbero votati i discepoli senza il soccorso dall'alto; la pesca miracolosa, il segno della protezione che non verrà mai meno. Tra la risurrezione e la venuta del Signore si è aperto un nuovo periodo; incomincia il tempo della Chiesa apostolica; gli apostoli compiranno la loro missione, Pietro pascerà il gregge in aumento; ma a dispetto delle apparenze è Cristo risalito presso il Padre che feconderà i loro sforzi. Successe ieri e succede oggi...
Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi poiché la prima preoccupazione alla quale lo spirito si apprende fin dall'aurora, esso continua a macinarla come una mola per tutto il giorno, sia grano, sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il tuo nemico getti zizzania.
I SETTIMANARI DI CUCINA I fratelli si servano a vicenda e nessuno venga dispensato dal servizio di cucina, a meno che non sia malato o occupato in cose di maggiore utilità, perché in tal caso si acquista una più grande ricompensa e un aumento di carità. Ai più deboli si diano degli aiutanti, affinché non svolgano il servizio di malumore; anzi abbiano tutti degli aiuti, secondo i bisogni della comunità e la posizione del luogo. Se la comunità è numerosa, il cellerario sia dispensato dal lavoro di cucina e così pure chi - come abbiamo detto - fosse occupato in cose di maggiore utilità; tutti gli altri si servano vicendevolmente nella carità.
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