Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 02 febbraio 2013

Il canto dei vegliardi.

I riti di presentazione e di purificazione che la liturgia ci propone oggi possiamo definirli un'anticipazione del sacramento del nostro battesimo e della penitenza. Maria e Giuseppe e con loro lo stesso Gesù, si assoggettano umilmente ad una legge antica. Quando però ad essere presentato al tempio è il bambino Gesù e a chiedere la purificazione è la vergine Madre, cambiano sostanzialmente i significati di quei riti. Diventano una solenne celebrazione e un'occasione per ripetere a tutti gli uomini che la luce di Dio ha inondato il mondo con la nascita e nella presentazione del Signore nel Tempio del suo Figlio. Lo Spirito Santo pervade l'anima di due santi vegliardi, Simeone e Anna, i quali aspettavano la redenzione di Israele. Alla vista del bambino profetizzano e cantano. Diventano i primi testimoni della fede. Simeone prende fra le sue braccia il figlio di Dio e si sente totalmente appagato nelle sue più intime e profonde attese al punto di desiderare e chiedere solo il riposo eterno nella pace dei giusti poiché - egli dice - “i miei occhi hanno visto la salvezza”. Il bambino Gesù viene poi definito Luce delle genti e gloria del popolo d'Israele. Simeone però, illuminato dallo Spirito, deve scandire ancora una solenne profezia, che riguarda il Bambino e sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». Poche parole per descrivere in modo essenziale l'opera della redenzione, attraverso una dura passione, che condurrà il Cristo alla morte e la sua madre ad essere trafitta dal dolore. Le nostre candele, prima benedette e poi accese, quest'oggi ci ricordano Cristo luce del mondo, il dono della fede e le nostre promesse battesimali. Deve essere incessante il nostro desiderio di crescere nell'impegno di testimoniare la nostra viva appartenenza a Cristo. Andiamogli incontro con le lampade accesa e non consentiamo e niente e nessuno di spegnere la luce della nostra fede, avuta in dono sin dal giorno del nostro battesimo!


Nella celebrazione di oggi i fedeli vanno incontro al Signore portando ceri accesi e cantano a lui insieme a Simeone che lo riconobbe come Cristo Signore «Luce per illuminare le genti». Per ricordare il mistero di questo giorno, si compie la benedizione delle candele che può essere unita alla processione o ad ingresso solenne, secondo le indicazioni del Messale.

I fedeli si riuniscono in una chiesa minore o in qualche altro luogo adatto fuori della chiesa verso cui è diretta la processione; tengono in mano le candele accese già all'inizio del rito. Per la benedizione e la processione, il celebrante può indossare la casula o il piviale di colore bianco. Mentre la processione entra in chiesa si canta l'antifona d'ingresso della Messa, dopo di che, tralasciati i riti iniziali, si canta il Gloria e si dice la colletta. La messa prosegue come di solito.

FESTA DELLA VITA CONSACRATA
Nella giornata di oggi si prega per i consacrati, specialmente nei monasteri di clausura.

Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi e tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che é la vera luce. (san Sofronio).
Giornata della Vita Consacrata

Apoftegmi - Detti dei Padri

Non sopravalutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera di avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Ecco, questi sono gli strumenti dell'arte spirituale. Se noi li adopereremo assiduamente notte e giorno e li riconsegneremo nel giorno del giudizio, dal Signore ci verrà data in premio quella ricompensa che egli stesso ha promesso: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo: questo Dio ha preparato per coloro che lo amano» (1 Cor 2,9). L'officina poi dove usare con cura tutti questi strumenti sono il recinto del monastero e la stabilità nella famiglia monastica.


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