Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Presentazione del Signore nel tempio

02 Febbraio
Candelora

BIOGRAFIA

Presentazione nel Tempio

Quaranta giorni dopo la nascita, secondo la legge di Mosè, Gesù viene presentato al tempio: è Dio che viene incontro al suo popolo. Il Bambino Gesù, luce per illuminare le genti (cf. Lc 2, 32; Is 49, 6 ), è stretto tra le braccia di Simeone, figura dell'umanità che ormai ha visto giungere la salvezza. Presente a Gerusalemme già dal secolo IV, questa celebrazione si diffuse innanzitutto in Oriente come festa dell'«Incontro». Nel secolo VI si estese all'Occidente con sviluppi originali, a Roma con carattere più penitenziale, e in Gallia con la solenne benedizione e processione delle candele, popolarmente nota come la «candelora».

MARTIROLOGIO

Festa della Presentazione del Signore, dai Greci chiamata Ipapànte: quaranta giorni dopo il Natale del Signore, Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere la legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed esultante, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele.

DAGLI SCRITTI...

Presentazione nel Tempio

Dai "Discorsi" di san Sofronio, vescovo
Accogliamo la luce viva ed eterna
Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell'incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l'abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell'anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi e tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.
La luce venne nel mondo (cfr. Gv 1, 9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall'alto (cfr. Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno.
La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1, 9) e venuta. Tutti dunque, o fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Riceviamo esultanti nell'animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall'antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente.
Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chiamiamo nuovo Israele. Noi onoriamo questa presenza nelle celebrazioni anniversarie, né sarà ormai possibile dimenticarcene.(Disc. 3, sull'"Hypapante" 6, 7; PG 87, 3, 3291-3293).

Nella celebrazione di oggi i fedeli vanno incontro al Signore portando ceri accesi e cantano a lui insieme a Simeone che lo riconobbe come Cristo Signore «Luce per illuminare le genti». Per ricordare il mistero di questo giorno, si compie la benedizione delle candele che può essere unita alla processione o ad ingresso solenne, secondo le indicazioni del Messale.
I fedeli si riuniscono in una chiesa minore o in qualche altro luogo adatto fuori della chiesa verso cui è diretta la processione; tengono in mano le candele accese già all'inizio del rito. Per la benedizione e la processione, il celebrante può indossare la casula o il piviale di colore bianco. Mentre la processione entra in chiesa si canta l'antifona d'ingresso della Messa, dopo di che, tralasciati i riti iniziali, si canta il Gloria e si dice la colletta. La messa prosegue come di solito.

Come la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi e tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che é la vera luce. (San Sofronio).

RITO DELLA BENEDIZIONE DELLE CANDELE

Prima forma: Processione

1. All’ora stabilita l’assemblea si raduna in una chiesa minore o in altro luogo adatto al di fuori della chiesa verso la quale si dovrà dirigere la processione.
I fedeli tengono in mano le candele spente.
2. Il sacerdote e i ministri indossano le vesti liturgiche di colore bianco come per la Messa; al posto della casula, il sacerdote può indossare il piviale, che deporrà alla fine della processione.
3. Mentre si accendono le candele si canta l’antifona: "Ecco, il Signore nostro verrà con potenza, * e illuminerà gli occhi dei suoi servi. Alleluia." o un altro canto adatto.
4. Terminato il canto, il sacerdote, rivolto verso il popolo, dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dopo aver salutato il popolo, pronuncia una monizione introduttiva per esortare i fedeli a una celebrazione attiva e cosciente del rito che si sta per compiere. Lo può fare con queste o con altre simili parole:

Fratelli e sorelle, sono trascorsi quaranta giorni dalla gioiosa celebrazione del Natale del Signore. Oggi ricorre il giorno nel quale Gesù fu presentato al tempio da Maria e Giuseppe. Con quel rito egli si assoggettava alle prescrizioni della legge, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna. Illuminati dallo stesso Spirito, riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi, qui riuniti dallo Spirito Santo, andiamo nella casa di Dio incontro a Cristo. Lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.

5. Dopo la monizione il sacerdote benedice le candele dicendo, a braccia allargate:

Preghiamo.
O Dio, fonte e principio di ogni luce, che oggi hai manifestato al giusto Simeone il Cristo, luce per rivelarti alle genti, ti supplichiamo di benedire + questi ceri e di ascoltare le preghiere del tuo popolo
che viene incontro a te con questi segni luminosi e con inni di lode; guidalo sulla via del bene, perché giunga alla luce che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

Oppure:

Preghiamo.
O Dio, vera luce, che crei e diffondi la luce eterna, riempi i cuori dei fedeli del fulgore della luce perenne, perché quanti nel tuo santo tempio sono illuminati dalla fiamma di questi ceri giungano felicemente allo splendore della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

Il sacerdote asperge le candele con l’acqua benedetta e senza dire nulla infonde l’incenso per la processione.
6. A questo punto il sacerdote riceve dal diacono o da un altro ministro la candela accesa per lui predisposta e comincia la processione, mentre il diacono (o, in sua assenza, lo stesso sacerdote) canta o dice:

Andiamo in pace incontro al Signore.

Oppure:

Andiamo in pace.

Nel qual caso tutti rispondono:
Nel nome di Cristo. Amen.

7. Tutti tengono le candele accese. Mentre si svolge la processione, si canta una delle antifone che seguono: l’antifona Luce per rivelarti con il cantico proprio (Lc 2, 29-32), o l’antifona Adorna il tuo talamo o un altro canto adatto.

Antifona

Luce per rivelarti alle genti * e gloria del tuo popolo, Israele. * Ora puoi lasciare, o Signore, * che il tuo servo vada in pace, * secondo la tua parola.

Antifona

Luce per rivelarti alle genti * e gloria del tuo popolo, Israele. * Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza.

Antifona

Luce per rivelarti alle genti * e gloria del tuo popolo, Israele. * Preparata da te davanti a tutti i popoli.

Antifona

Luce per rivelarti alle genti * e gloria del tuo popolo, Israele.

II Antifona

Adorna il tuo talamo, o Sion, * e accogli Cristo Re; * abbraccia Maria, vera porta del cielo: * lei porta il Re della gloria, * la vera luce nuova.
Vergine ella rimane * pur porgendo con le mani il Figlio, * generato prima dell’aurora.
Simeone lo accoglie tra le braccia * e annuncia ai popoli: * «Egli è il Signore della vita e della morte, * egli è il salvatore del mondo».

8. Mentre la processione entra in chiesa, si canta l’antifona d’ingresso della Messa. Il sacerdote, una volta giunto all’altare, dopo averlo venerato, secondo l’opportunità, lo incensa. Quindi si dirige alla sede e, deposto il piviale, se lo ha usato durante la processione, indossa la casula. Terminato il canto del Gloria a Dio, dice l’orazione colletta. La Messa prosegue nel modo consueto.

Seconda forma: Ingresso solenne

9. Quando non è possibile svolgere la processione, i fedeli si radunano nella chiesa, tenendo in mano le candele. Il sacerdote, indossate le vesti liturgiche per la Messa, di colore bianco, con i ministri e almeno una parte dei fedeli si reca in un luogo adatto, o davanti alla porta o nella stessa chiesa dove la maggior parte dei fedeli possa opportunamente partecipare al rito.
10. Quando il sacerdote giunge nel luogo stabilito per la benedizione delle candele, queste vengono accese, mentre si canta l’antifona Ecco, il Signore nostro (n. 3), o un altro canto adatto.
11. Quindi il sacerdote, dopo il saluto e la monizione, benedice le candele come descritto ai nn. 4-5 e compie una processione fino all’altare con il canto (nn. 6-7).
Per la Messa si osserva quanto stabilito sopra al n. 8.

Ant. d’ingresso
O Dio, accogliamo il tuo amore nel tuo tempio. * Come il tuo nome, o Dio, * così la tua lode si estende sino ai confini della terra; * è piena di giustizia la tua destra. (Cf. Sal 47, 10-11)

 

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