preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La fede del centurione, che non è ebreo, sorprende Gesù che nel suo popolo non trova una "fede così grande". E infatti i lontani entreranno nel regno di Dio, i vicini ne saranno esclusi a motivo della loro incredulità, infedeltà. Potremmo essere anche noi gli esclusi se, ricevuto l'annunzio del Vangelo, l'abbiamo rifiutato poi nella vita concreta. Quanto a Gesù che guarisce il servo del centurione e altri infermi, appare come il Servo di Dio, che si addossa le infermità dell'uomo e le guarisce. In profilo vediamo la passione del Signore, il suo servizio che redime l'uomo, dai mali terreni ma soprattutto dal peccato. Ogni volta che partecipiamo alla messa, prima della comunione, ripetiamo le stesse parole del centurione. "Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato. Infatti mai saremo degni della dignità divina. Ma è la sua parola, anzi il Verbo, la Parola - Gesù che ci ha reso degni, nonostante la nostra indegnità di poter ospitare Dio nel nostro cuore.
Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".
IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.
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