preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il Signore, dopo l'esperienza del peccato che ha causato il disorientamento nelle nostre scelte, per bocca di Mosè pone dinanzi a noi il bene e il male, la benedizione e la maledizione. Ci sollecita, perché ne siamo capaci, a fare scelte conformi alla sua santissima volontà, l'unica fonte da cui possiamo trarre il vero benessere. San Paolo sollecita e alimenta continuamente la nostra fede, quel dono divino di luce interiore che ci smuove alla fiducia e ci rende consapevoli che tutto dobbiamo attenderci da quell'eterno sacrificio di Cristo che ci ha riconciliati al Padre. È ancora la fede e la fiducia che possono rendere valida e feconda la nostra preghiera, che non può esaurirsi in formule e vuote proclamazioni: "Non chi dice Signore, Signore ...". La preghiera vera fonda la nostra vita sulla salda roccia che è Cristo stesso. Ci rende capaci di conformarci alla sua santissima volontà e di restare saldi nella fede, nella speranza e nella carità. La furia delle tempeste che imperversano sulla casa sono l'immagine eloquente delle inevitabili prove della vita e delle continue tentazioni del nemico che vorrebbero far crollare per sempre nel male la nostra esistenza. È da sapienti quindi porre solide fondamenta al nostro edificio spirituale, ne va dimezzo la vita nel tempo e la vita nell'eternità. Sappiamo e vediamo in continuità cosa significa il crollo della casa costruita sulla sabbia: è la perdita irreparabile di ogni bene; è la distruzione dei preziosi bene che Dio stesso ci ha donato; è l'inferno, il buio tetro dove spira soltanto l'odio e alligna soltanto il male e la perfidia. Dio ci scampi e liberi.
L'audacia della preghiera. «Una volta Abramo, il discepolo di padre Sisoes, fu tentato dal demonio. L'anziano vide che era caduto, e levatosi in piedi tese le mani al cielo dicendo: "O Dio, sia che tu voglia, sia che tu non voglia, non ti lascerò se non lo guarirai...". E all'istante fu guarito».
COME CELEBRARE LE VIGILIE NELLE FESTE DEI SANTI Nelle feste dei Santi e in tutte le solennità si celebri l'Ufficio come abbiamo indicato per la domenica, 2eccetto
che si dicano i salmi, le antifone e le letture proprie di
quel giorno; ma si mantenga l'ordine stabilito sopra.
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