preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Oggi la liturgia fissa il suo sguardo su l'Apostolo Sant'Andrea, fratello di Pietro, chiamato a condividere i momenti più intimi con Gesù, come la trasfigurazione e l'agonia nel Getsemani. Annunciatore del vangelo in Asia Minore e in Grecia. Consuma il suo martirio a Patrasso, in Grecia. Le sue reliquie, venerate in San Pietro a Roma, da Paolo VI sono state restituite alla Chiesa Ortodossa greca, e esposte alla venerazione nel luogo del suo martirio. Nella liturgia della parola San Paolo che scrive ai Romani, affermando la necessità del mandato per la predicazione la quale susciterà la fede in seguito all'ascolto a cui deve seguire la testimonianza. Matteo invece ci ricorda con quale prontezza i fratelli Pietro e Andrea, seguiti poi da Giacomo e Giovanni, dietro la chiamata di Gesù, lasciano tutto e lo seguono nei suoi itinerari da villaggio a villaggio per annunziare la buona novella. In Sant'Andrea si ammirano due atteggiamenti: La ricerca e la testimonianza. Andrea è discepolo di Giovanni il Battista. Prima della sua morte, il suo maestro lo invita a seguire Gesù. Egli però vuole sapere chi è questo Gesù di Nazareth. Ascoltiamo Giovanni: "E i due discepoli seguono Gesù. Gesù allora, vedendo che lo seguivano, disse: Che cercate? Gli risposero: Rabbì (che significa maestro) dove abiti? Disse loro: Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono con lui. Erano circa le quattro del pomeriggio." I due discepoli del Battista sono Andrea e Giovanni Evangelista. Dopo questa esperienza di vita insieme a Gesù Andrea ha capito: Ora sa chi è Gesù e diventa suo missionario. Egli incontra per primo suo fratello Simone e gli disse: Abbiamo trovato il Messia (che significa Cristo) e lo condusse da Gesù. Dopo questo incontro, quando si sente chiamato da Gesù insieme con il fratello, non pone indugi. Lascia tutto e segue il maestro. La sua testimonianza è piena di fede. Muore sulla croce a X detta appunto "croce di sant'Andrea". Penso che sarebbe nostro dovere seguire la ricerca di Andrea nella nostra vita: La ricerca convinta di Dio e del suo piano di salvezza preparato attraverso il Cristo. Dovremmo apprendere da Sant'Andrea a rispondere prontamente alle sollecitazioni della grazia e a non mantenere solo per noi quanto abbiamo scoperto nell'ambito della fede ma annunciarlo sui tetti e testimoniandola con la vita e la parola.
L'Abba Epifanio diceva: "il profeta Davide pregava a notte fonda, si alzava a mezzanotte, prima dell'alba invocava aiuto, all'alba era in preghiera, al mattino implorava, alla sera e a mezzogiorno elevava suppliche. Per questo poteva dire: sette volte al giorno io ti lodo".
I SACERDOTI CHE VOLESSERO EVENTUALMENTE ENTRARE IN MONASTERO E se per caso nel monastero si devono fare delle nomine o trattare qualche affare importante, occupi il posto che gli spetta secondo la data di ingresso in monastero, non quello che gli è stato assegnato per riverenza al sacerdozio. Così pure se un chierico, mosso dallo stesso desiderio, vorrà aggregarsi al monastero, sia collocato in un posto intermedio, ma anche qui a condizione che prometta l'osservanza della Regola e la propria stabilità.
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info