preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
«In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio». E' lo Spirito Santo che si rivolge a Pietro per dare alle chiese via libera alla sua dimensione universale: dapprima in una visione straordinaria, di cui Pietro stesso coglie l'interpretazione, e poi facendogli constatare che anche i pagani, proprio come i discepoli del Signore, possono accogliere i doni dello Spirito. Tutti sono chiamati a convertirsi e a riceverlo in dono, come in una Pentecoste continuata, che non si deve, non potremo mai impedire. Pietro è il ministro di questa evangelizzazione, di questo dono universale dello spirito di Gesù risorto. L'immagine delicata del pastore, ha però una incidenza grave: il potere non si accontenta di dare la vita: ma dà "la sua vita". È lui a guidare i credenti. Ma egli si presenta anche come la porta delle pecore attraverso la quale esse passano per entrare nell'ovile e per uscire al pascolo. Vita per vita è la risposta del cristiano sino in fondo.
Dicevano dell'Abba Agatone che si mise per tre anni una pietra in bocca, finché non imparò a tacere.
IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO Soprattutto è necessario incaricare uno o due anziani, i quali facciano il giro del monastero nelle ore in cui i fratelli devono dedicarsi alla lectio divina, per vedere se per caso non ci sia qualche fratello accidioso che si dà all'ozio o alle chiacchiere e non è intento alla lettura; e così non solo è inutile a se stesso ma distrae anche gli altri. Se lo si trovasse - non sia mai! - un tipo così, lo si rimproveri una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare con tale severità che gli altri ne abbiano timore. Né un fratello si intrattenga con un altro nelle ore non permesse.
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