preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». E' veramente strano: il miracolo compiuto da Gesù avrebbe dovuto portare a credere in lui, come l'inviato dal Padre, invece per i suoi nemici esso diventa incentivo di odio e di vendetta. Più volte Gesù aveva rimproverato i Giudei la malafede di chiudere gli occhi per non vedere. Infatti a causa del miracolo si approfondisce la divisione tra loro. Molti credono. Altri ne informano i farisei, suoi nemici giurati. Viene convocato il sinedrio e c'è una grande perplessità. Neppure gli avversari di Gesù possono negare il fatto del miracolo. Ma invece di trarne l'unica conclusione logica, riconoscerlo cioè come l'inviato dal Padre, temono che la diffusione dei suoi insegnamenti sia di danno alla nazione, travisando le intenzioni di Gesù. Temono la perdita del tempio. Càifa, somma sacerdote, sa come fare. Il suo suggerimento deriva da considerazioni di origine politico: il singolo deve essere "sacrificato" per il bene di tutti. Non si tratta di accertare quale sia la colpa di Gesù. Senza saperlo e senza volerlo, il sommo sacerdote, con la sua malvagia decisione, diventa strumento della divina rivelazione. Dio non permette che si perda uno dei suoi figli, anche se di fronte all'opinione umana appare perdente: manderà piuttosto i suoi angeli ad aiutarlo.
Un anziano diceva: «Fuggite l'amore che ispirano le cose periture perché passa con loro e perisce con loro».
SE TUTTI DEVONO RICEVERE IL NECESSARIO IN MISURA UGUALE Sta scritto: «Veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno» (At 4,35). Con questo non vogliamo dire che si facciano preferenze di persone - non sia mai! - ma che si tenga conto delle infermità dei singoli; così chi ha minori esigenze ringrazi Dio e non stia di malumore; chi invece ha maggiori necessità si umili per la sua debolezza e non si insuperbisca per l'attenzione che gli viene usata; e così tutte le membra saranno in pace. Soprattutto non compaia per nessuna ragione, in alcuna parola o altro gesto, il male della mormorazione. E se qualcuno sarà trovato colpevole di questo, sia sottoposto a una punizione molto rigorosa.
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