Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 02 aprile 2009

Abramo, vostro padre, esultò nella speranza
di vedere il mio giorno...

Gesù precede il tempo. Lui è prima di Abramo. Cristo è «Colui che è». Dunque è Figlio di Dio, non un semplice uomo. Egli è venuto nel mondo a portare la vita eterna, a liberare l'uomo dalla schiavitù del peccato e della morte. Chi osserva la sua parola e vive in comunione con lui, partecipa alla sua stessa vita: «Non vedrà mai la morte». In comunione di fede e di amore con Cristo non si muore se non in apparenza, in questo nostro mondo di passaggio. Come Figlio di Dio, Gesù è più grande di Abramo: «Prima che Abramo fosse, io sono», dice. Egli è anche fuori del tempo. Ma i giudei che lo ascoltano capiscono molto bene quel che Gesù intende dire e cioè che anche se lui è vero uomo è al di sopra dell'essere semplice dei mortali e che si attribuisce un'esistenza divina. E i farisei non lo sopportano. Irosi e incolleriti, afferrano le pietre per lapidarlo. Chiediamo oggi la grazia di osservare sempre i suoi comandamenti, la sua parola, perché solo chi «osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».


ANNIVERSARIO DEL RITORNO ALLA CASA DEL PADRE DEL SERVO DI DIO GIOVANNI PAOLO II

Preghiera per la beatificazione:
O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il papa Giovanni Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d'amore. Egli, confidando totalmente nella tua infinita misericordia e nella materna intercessione di Maria ci ha dato un'immagine viva di Gesù Buon Pastore, e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria quale strada per raggiungere la comunione eterna con te. Concedici, per sua intercessione, secondo la tua volontà, la grazia che imploriamo, nella speranza che egli sia presto annoverato nel numero dei tuoi santi. Amen.

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La nostra comunità monastica di S. Vincenzo Martire ha raccolto l'invito del mondo che sollecita a tener viva la memoria del grande e amato pontefice. Egli ci ha lasciato una preziosissima eredità spirituale e culturale in un momento storico dove proprio quei valori essenziali sono maggiormente in crisi. La spiritualità di Giovanni Paolo II ha la caratteristica di saper cogliere, con felicissime intuizioni, l'uomo e le situazioni in modo attuale e convincente. Sappiamo per esperienza che i valori più alti però sono quelli che più difficilmente si assimilano. Occorre perciò una forte coalizione che sia in grado di trasfondere ed attualizzare la dottrina del nostro grande Papa. Un veicolo privilegiato, che tiene viva la memoria e consente di scrutarne la spiritualità è sicuramente l'arte in tutte le sue migliori espressioni. Ecco il tema dell'Omaggio che volgiamo rendergli in occasione della ricorrenza del suo passaggio verso l'eternità, il prossimo 2 aprile: una solenne celebrazione preceduta dall'adorazione eucaristica. E a maggio prossimo un convegno di studio su cui sarete informati in seguito.
È un modo di riaffermare l'universalità del messaggio cristiano e, nella circostanza, lo straordinario impulso che Giovanni Paolo gli ha impresso durante il suo lungo pontificato. Il tutto fa parte del nostro grande progetto che abbiamo sintetizzato in tre linee: spiritualità, cultura, culto. Siete invitati a partecipare almeno spiritualmente alla manifestazione.


Nel nostro Monastero: sede dell'OPERA GIOVANNI PAOLO II ONLUS www.jp2f.org
- ore 17.00 Inizio della celebrazione.

Per le informazioni: info@jp2f.org
tel. Segreteria: 0761.1762.226 o Monastero 0761/634007

Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Agatone dava sovente questo consiglio al suo discepolo: Non appropriarti mai di un oggetto che non vorresti cedere immediatamente a chiunque.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

GLI ATTREZZI E GLI ALTRI OGGETTI DEL MONASTERO

Per tutto quanto il monastero possiede in attrezzi o vestiario o altri oggetti di vario genere, l'abate scelga dei fratelli su cui possa fare affidamento per la loro vita e i loro costumi e a suo giudizio consegni a ciascuno le singole cose perché le tengano in ordine e le raccolgano. E di tutto l'abate tenga un inventario, perché quando i fratelli si avvicendano nell'incarico, sappia quello che dà e quello che riceve. Se poi uno tratta con poca pulizia o con negligenza gli oggetti del monastero, sia ripreso; e, se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare.


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