preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Solo in S. Giacomo troviamo la istituzione del sacramento della Unzione degli infermi, visto come sacramento di vita e non di morte. Nell'ordinamento liturgico sono contemplate celebrazioni comunitarie per fedeli che siano afflitti da qualche malattia ovvero per anziani. E' però anche consigliabile che nel decorso della malattia o in previsione di un intervento chirurgico si chieda l'Unzione. Essa ha come effetto lo ristabilimento della stato di salute e anche la remissione dei peccati, supplendo a volte la confessione sacramentale quando lo stato di infermità la rende difficile o impossibile. Dinanzi a questo mezzo di salvezza l'infermo si lascia prendere dalla paura... a volte si rifiuta... Una più accurata catechesi sul sacramento potrebbe togliere tante false concezioni e offrire ai nostri fratelli e a noi tutti il conforto che il Signore Gesù ha preparato per noi malati. La carità suggerisce che si chiami il sacerdote quando si ha un malato in casa senza attendere che la malattia si aggravi... così sarà più facile smontare pregiudizi e preconcetti. Un anziano diceva ai figli: "Quando vedete che sto male, chiamatemi il sacerdote... non sono e non voglio esse uno di quelli che lo respingono!" Ha fatto una morte da santo! Ma per comportarsi così, occorre avere la semplicità del bambino che presta fede e si fida di ciò che gli viene detto. E' quello che Gesù nel vangelo ci fa ascoltare: "Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso." Una fede semplice che si fida della Parola di Dio è condizione indispensabile per accettare anche le avversità della vita, la malattia e perfino la morte... Si ripone fiducia in Colui che è vincitore della morte e ci tiene aperte le porte della vita che non tramonta. Non mi sembra fuori posto un invito a quanti si prendono cura di infermi perché li sollecitino a ricevere questo sacramento che li aiuti a superare la crudezza della malattia e magari anche ad affrontare la stessa fine con fiducia e cristiana fortezza.
Uno degli anziani disse: Proprio come l'ape, dovunque vada, fa il miele, così il monaco, dovunque vada, se va a fare la volontà di Dio produce sempre la dolcezza delle opere buone.
NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI Se egli promette di perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga di seguito questa Regola e gli si dica: «Ecco la legge sotto la quale tu vuoi militare: se puoi osservarla, entra; se non puoi, va' pure via liberamente». Se rimane fermo nella sua decisione, lo si riconduca nel suddetto locale del noviziato e di nuovo sia messa alla prova in tutto la sua pazienza. Passati sei mesi, gli si rilegga la Regola, affinché sappia che cosa abbraccia. E se ancora persevera, dopo altri quattro mesi gli si rilegga di nuovo la Regola.
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