preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nel Vangelo di oggi è presentato uno degli episodi più suggestivi della vita terrena di Gesù. Egli si trova costretto ad intervenire riguardo alla condanna di una donna trovata in flagranza di adulterio. Gli scribi e farisei, sentendosi forti dalla legge mosaica, non chiedono l'intervento di Gesù per scopo di giustizia; non chiedono il suo intervento per un chiarimento di come applicare tale legge in questa situazione. Non interessa loro il destino della donna e tantomeno riparare agli eventuali torti od errori. La donna, nei loro cuori, è già giudicata e condannata con la peggiore delle sentenze: la lapidazione. Così la storia di questa peccatrice avrà la conclusione che si merita. Gli scribi ed i farisei però intravedono in questo frangente una ulteriore opportunità. Credono di aver trovato la possibilità di mettere in difficoltà Gesù, chiedendo a Lui, con le pietre già in mano, il da farsi. Gesù risponde adeguatamente a questa provocazione. Nella concitazione della scena, Egli è seduto e con calma scrive a terra e con capo chino; poi guarda i suoi interlocutori. Egli li guarda negli occhi e nei cuori. Guarda proprio quei cuori dove è già scritta la condanna. Si rivolge proprio ai cuori duri di chi non conosce il riscatto, la salvezza e la misericordia. Gesù allora, per smascherare la loro ipocrisia, dona loro la possibilità di salvezza, proprio per loro, che non vogliono la salvezza altrui. La misericordia di Gesù si comprende nell'invito a riconoscersi peccatori; invito per tutti, anche per chi non usa misericordia verso gli altri. In questo episodio Gesù non condanna nessuno: non condanna la donna, già riconosciutasi colpevole e l'invita a cambiare vita. Non condanna neanche gli scribi ed i farisei; a loro la porta della salvezza non è chiusa se sapranno riconoscere l'ipocrisia del loro agire. A noi l'invito alla conversione, che passa attraverso il perdono, per accogliere lo stesso invito che Gesù ha rivolto alla donna nel cambiare la nostra vita.
"Abba Poimen disse: 'Al cenobio sono necessarie tre attività: una è quella dell'umiltà, un'altra è quella che tende all'obbedienza e un'altra è quella che muove e pungola in vista dell'opera cenobitica".
QUANTI SALMI DEVONO DIRSI IN QUESTE ORE Per la sinassi dei Vespri si cantino quattro salmi con le antifone; 8dopo questi si dica la lettura, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania, l'Orazione del Signore e si concluda. Compieta infine consista nella recita di tre salmi, di seguito, senza antifona; segua l'inno proprio di questa Ora, una lettura, il versetto, il Kyrie eleison e con la benedizione si concluda.
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